Pesanti indagini in corso e controlli incrociati che prendono in esame anche le telecamere di alcune attività commerciali della zona in cui, intorno alle 18 del pomeriggio di martedì 14 novembre, è stata data alle fiamme l’automobile privata della famiglia del sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, parcheggiata nei pressi della sua abitazione.
I carabinieri del comando provinciale di Siracusa che eseguono le indagini, non sono ancora nelle condizioni di poter escludere nessuna pista investigativa, né quella privata né quella legata all’attività amministrativa del primo cittadino aretuseo, quest’ultima subito indicata dallo stesso Garozzo. Secondo la prima ricostruzione fatta dai vigili del fuoco intervenuti sul posto, non sono stati trovati elementi certi per determinare la causa dell’incendio che ha comunque avuto origine nel vano motore nella parte anteriore del veicolo. Sembra probabile che a innescare le fiamme siano state due persone che sarebbero state viste salire a bordo di un motorino e allontanarsi proprio nel momento in cui dall’auto del sindaco venivano fuori le fiamme. Ci sarebbe un testimone che avrebbe visto questi momenti. L’atto intimidatorio al sindaco arriva al culmine di un’escalation di episodi inquietanti – ai danni di paninerie siracusane e di una sala da barba – che hanno scosso Siracusa, che tra pochi mesi si appresa ad affrontare un nuovo turno di elezioni amministrative.
Il primo cittadino aretuseo ha affidato a un comunicato la sua prima reazione. «La città saprà reagire al tentativo sfrontato della criminalità, come dimostra la cronaca di queste ore, di spargere la paura per trarne vantaggi e io non mi fermerò nel perseguire l’obiettivo di una gestione del Comune trasparente e libera da condizionamenti». Il sindaco Garozzo per tentare di spiegare i motivi che avrebbero potuto portare qualcuno a compiere un gesto simile mette in campo «le scelte di questi quattro anni, le numerose gare d’appalto che hanno rotto il sistema delle proroghe nell’affidamento dei servizi, l’opposizione ai gruppi che volevano portare l’ente alla bancarotta, a conferma che la nostra amministrazione ha sempre lavorato nell’interesse della collettività, senza preoccuparsi di dare fastidio a qualcuno».
Guardando all’attività amministrativa degli ultimi mesi a Siracusa, spicca la risoluzione dell’annosa questione dei rifiuti. Alla fine dello scorso mese di maggio, a distanza di quasi tre anni dalla pubblicazione del bando, l’appalto per i rifiuti, della durata di sette anni e del valore di 128 milioni di euro, è stato affidato alla ditta siracusana Igm, cioè la stessa che ha gestito il servizio negli anni scorsi e che ha goduto anche di diverse proroghe, considerato che dalla pubblicazione del bando (fine 2014) all’aggiudicazione dello scorso maggio sono passati tre anni. La parola fine, almeno per il momento, l’ha messa il Tar che ha accolto il ricorso di Igm contro le altre due imprese che le erano arrivate davanti: Ambiente 2.0 e Tekra. Il nuovo contratto è stato quindi siglato lo scorso agosto.
Altra vicenda complicata e risolta appena un mese fa, è quella del centro commerciale Fiera del Sud, al centro di una contesa processuale tra il Comune di Siracusa e la società Open Land, di cui si era parlato anche durante un’audizione in commissione antimafia. In sostanza, il Comune aveva negato il rilascio della concessione edilizia alla società che aveva poi fatto una richiesta di risarcimento danni multimilionaria. Condannato a pagare, il Comune aretuseo ha già liquidato un anticipo di 2,8 milioni di euro lo scorso marzo. La storia dovrebbe essersi chiusa nel mese di ottobre quando una sentenza del Tar di Catania ha detto che il centro commerciale può continuare a esercitare l’attività economica senza autorizzazione, ma ha rigettato la richiesta di risarcimento dei danni presentata da Fiera del Sud.
D’altra parte, restando sul tema appalti, la Procura di Siracusa a febbraio del 2017 ha chiesto il rinvio a giudizio del sindaco Garozzo per una vicenda sulla gestione del servizio idrico nei Comuni di Siracusa e Solarino affidato senza gara, per l’anno 2015 e i primi tre mesi del 2016, a una ditta su cui è aperta un’indagine. Mentre i pm hanno aperto un’inchiesta anche sull’affidamento diretto degli asili (su cui ha sollevato criticità anche l’Anticorruzione di Raffaele Cantone) e degli impianti sportivi comunali, vicenda per cui risultano indagati dodici persone, tra consiglieri, dirigenti e responsabili di cooperative e società sportive.
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