Sicula Leonzio-Calcio Catania, derby «crocevia» Trasferta corta per riprendersi dal ko dell’andata

Testa e cuore in campo e un orecchio forse alla panchina, immaginando notizie positive dallo scontro d’alta quota che vedrà il Lecce impegnato col Matera, per una volta in contemporanea. Il Catania si prepara a quella che è la trasferta più breve del suo campionato (34 km in linea d’aria), partendo alla volta di Lentini con la consapevolezza che la gara di questo pomeriggio sarà tutto tranne che una passeggiata. Lo stesso Lucarelli, venerdì in conferenza stampa, ha messo in guardia l’ambiente battendo il tasto sull’alto coefficiente di rischio della partita, definita dallo stesso allenatore come la più difficile da qui alla fine. L’insidia maggiore sarà, senza dubbio, quella ambientale: la Sicula Leonzio torna infatti a giocare nel proprio stadio, dopo l’esilio al Massimino per dieci gare di campionato, a causa dell’inagibilità dell’Angelino Nobile legata all’impianto d’illuminazione non a norma.  

Ci sarà dunque il pubblico delle grandi occasioni, per spingere la squadra allenata da Aimo Diana a replicare l’impresa già riuscita nel match d’andata, dove una Leonzio volitiva e cinica (allora allenata da Pino Rigoli, ndr) era riuscita a violare il vecchio Cibali con le reti di Squillace e Bollino: un 2-1 che aveva messo in evidenza la bravura dell’undici bianconero nell’imbrigliare le fonti di gioco del Catania, col catanese doc Arcidiacono autore di una gran partita. Già nell’incontro agostano di Coppa Italia, però, il campo aveva evidenziato come i rossazzurri soffrano particolarmente la squadra del presidente Leonardi: in quell’occasione gli etnei, sotto 2-0, erano riusciti a ribaltare la situazione con i gol di Curiale, Pozzebon e Russotto. Gli ospiti, però, erano stati autori di una grande prova.

Il massimo dirigente della Sicula Giuseppe Leonardi, davanti alla stampa, ha dichiarato ieri la felicità di tornare nella propria casa e di farlo proprio il giorno dell’incontro col Catania: un’occasione, a suo dire, importante anche per suggellare l’amicizia esistente tra le due tifoserie. Il presidente bianconero ha anche bacchettato alcuni giornalisti, rei di aver ipotizzato un’accelerazione dei lavori al Nobile proprio per far disputare lì la gara coi rossazzurri. «Al Massimino avremmo giocato senza i tifosi del Catania», ha puntualizzato il patron, auspicando di vedere sugli spalti una vera e propria festa di sport. Ventidue i convocati in casa Catania: mancano all’appello gli infortunati Caccavallo e Rossetti, mentre Russotto è stato finalmente convocato, anche se molto difficilmente sarà della partita. Andrea Di Grazia è quindi rientrato in gruppo, dando a Lucarelli la possibilità di una preziosissima variante tattica, anche a gara in corso. 

Sono solamente quattro i precedenti tra le due squadre, a cavallo tra 1988 e 1995: i numeri ci dicono che il Catania ha vinto in due occasioni, con un pareggio per 1-1 nel primo scontro diretto e una vittoria dei locali per 4-2. I rossazzurri torneranno a giocare all’Angelino Nobile a distanza di 23 anni dall’ultima volta: l’11 marzo del 1995, nel vecchio Campionato nazionale dilettanti, la squadra allenata da Busetta poi promossa in C2 si era imposta 1-0, con rete di Crisafulli. La classifica ci dice che il Catania è secondo, attardato di 7 punti (con una partita in meno) rispetto al Lecce; Leonzio invece dodicesima a quota 31, a tre sole lunghezze dai playoff e a sette punti dalla zona calda della graduatoria. I rossazzurri, col ricordo nel cuore del compianto Remo Bicchierai, scomparso due giorni fa e grande protagonista del Catania due volte ottavo in Serie A negli anni ’60, proveranno a dare seguito alla vittoria col Siracusa. «Bisogna chiudere il cerchio rispetto alla sconfitta dell’andata», ha sentenziato Lucarelli. Oggi sapremo se il Catania è veramente ripartito alla conquista di un obiettivo difficile, ma non ancora impossibile.

Giorgio Tosto

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