La Sicilia è all’ultimo posto in Italia per quanto riguarda gli investimenti in tecnologie, e il Belpaese è all’ultimo posto nel mondo. Le aziende italiane investono solo il 4 per cento in innovazione a fronte del 98 per cento della popolazione attiva connessa. Parola di Francesco Mazzola, amministratore delegato del nono operatore in Europa nel settore telecomunicazioni, T.net. I dati da bollettino di guerra sono stati diffusi dal numero uno dell’azienda catanese dalla sede di Confcooperative di Palermo dove oggi si è svolta la seconda giornata dell’iniziativa ImpresaIntelligente 2015.
Presenti l’Ad della Società aeroporto di Catania Gaetano Mancini e Vincenzo Marino, presidente e direttore di Elabora, centro servizi di Confcooperative, Francesco Martizi e Davide Cattoni, manager di Cisco, multinazionale delle tecnologie per il web statunitense, per parlare a imprenditori e dirigenti della Pubblica amministrazione della forte necessità che aziende siciliane, Uffici ed enti pubblici si mettano finalmente al passo con i tempi.
«La nostra è in assoluto la zona in Europa che ha più bisogno di investimenti – ha affermato Francesco Mazzola – sono convinto che sia uno dei modi migliori per affrontare e superare la crisi che ci strangola. Le aziende, ma soprattutto gli uffici pubblici non hanno nessuna intenzione di innovare. Ancora imprenditori e dirigenti non comprendono che l’It non è un costo, è un punto di forza». In una società in cui flessibilità, velocità, conference call, videochiamate e connessioni senza limiti sono strumenti indispensabili e parole chiave, procrastinare sembra un azzardo che l’economia italiana non può permettersi, figuriamoci quella siciliana.
La T.net offre servizi di cloud, ovvero di banche dati esterne dove salvare i propri dati così da poter accedere ai propri file da qualsiasi dispositivo. Questo e tanti altri prodotti che hanno posto l’azienda catanese fra i primi dieci operatori di telecomunicazioni in Europa. Il loro motto e la loro ricetta per il successo è: «Cervelli siciliani di ritorno, tecnologia Usa, data center e connettività a Milano».
Non è un caso, così, che il tour di ImpresaIntelligente2015 parta dalla Sicilia. E’ qui infatti che l’azienda ha il suo quartier generale, un organico formato da una dozzina di ingegneri elettronici e informatici: giovani laureati in Sicilia e professionalizzati all’estero. Strategica, infine, la scelta del MiX di Milano, uno dei più importanti centri di telecomunicazioni in Italia, che consente aT.Net di ridurre i costi di connessione. «In Sicilia – ha spiegato l’amministratore delegato – il costo di Internet è 10 volte quello di Milano; un gap che riusciamo a superare avendo collocato lì il nostro Data center. Una scelta che ci consente di ridurre icosti di connessionee che rende ancora più vantaggioso l’investimento di imprese ed enti pubblici siciliani che possono godere di servizi e vantaggi analoghi a quelli delle imprese del nord senza costi aggiuntivi».
A fronte di un fatturato quasi interamente proveniente da aziende italiane e straniere, in Sicilia si sono abbandonati al verbo del Cloud due realtà virtuose: un ente pubblico, il Consorzio Plemmirio di Siracusa. L’altro un Consorzio di coop aderente a Confcooperative, Ortofrutta Sicilia, che riunisce centinaia di coltivatori diretti siciliani che producono frutta e verdura biologica e hanno potuto documentare, per esempio, a vantaggio dei consumatori, l’intera tracciabilitá della produzione.
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