Con o senza Luca Sammartino, dimissionario per l’indagine che lo riguarda e la mozione che dovrebbe essere approvata dal parlamento siciliano, la crisi idrica che riguarda non solo l’agricoltura, ma un po’ tutti i comparti va affrontata. Così a palazzo d’Orleans si prova comunque a trovare una quadra, nonostante gli eventi poco favorevoli. Le notizie in questo senso sono diverse. Anzitutto il governo ha prodotto una mini manovra da 16 milioni di euro di cui una parte andranno – qualora l’Ars dovesse approvarlo – a sostegno del comparto agricolo e la fetta più grossa sarà spesa per interventi tampone contro la crisi idrica.
Un disegno di legge che si può considerare come uno dei primi risultati della task force messa in campo da Renato Schifani. Task force che va avanti in attesa della dichiarazione da parte di Roma dello stato di emergenza. E uno dei pallini dei tecnici che compongono la cabina di regia regionale è quello dei dissalatori, con l’imminente acquisto di alcuni impianti mobili da posizionare sulle coste, mentre per quello che riguarda gli impianti fissi c’è da lavorare sugli esistenti, che si trovano a Gela, Trapani e Porto Empedocle, ma che con tutta probabilità necessitano importanti interventi. Una soluzione quella dei dissalatoti mobili, che pare un giusto compromesso in termini di sostenibilità economica e tempi di realizzazione.
In parallelo pubblico e privato su tutta la regione sono alla spasmodica ricerca di acqua. Sempre dalla Regione sono state avviate le procedure per la rigenerazione di pozzi e sorgenti esistenti per uso potabile e si stanno sondando decine e decine di siti, alla ricerca di acqua da utilizzare per uso irriguo grazie allo scavo di nuovi pozzi che possano quanto meno dare respiro alle dighe, la cui poca acqua potrebbe essere così riservata per la maggior parte alla popolazione. Previsti anche interventi su impianti di pompaggio e condutture, operazioni di sfangamento di sei traverse fluviali e finanziamenti per la riattivazione delle autobotti in una sessantina di Comuni. E a caccia di acqua va anche l’Amap, partecipata del Comune di Palermo, che sul territorio ha avviato ricerche di nuove falde per l’approvvigionamento.
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