Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo, Finlandia, ma potrebbe allungarsi la lista di paesi europei disposti ad accogliere parte dei 42 migranti a bordo della Sea Watch 3, la nave dell’ong tedesca ferma davanti Lampedusa. La notizia arriva da fonti della Farnesina e segue un contatto avviato dal ministro Enzo Moavero Milanesi con la commissione europea.
Intanto è di questa mattina la conferma dell’iscrizione nel registro degli indagati di Carola Rackete, la capitana divenuta simbolo della disobbedienza ai divieti imposti dal governo italiano in merito all’entrata nelle acque territoriali italiane. A indagare su Rackete, con l’ipotesi di reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, è la procura di Agrigento guidata da Luigi Patronaggio, che ieri ha ricevuto una nuova lettera di minacce. Il terzo caso in poco tempo, anche se a differenza dei precedenti la busta non conteneva proiettili. Nei giorni scorsi, c’è chi ipotizzava l’apertura di un’inchiesta da parte della procura distrettuale di Palermo, in virtù delle novità introdotte dal decreto Sicurezza bis, che prevede lo spostamento di competenze nel caso di associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione, anche in assenza di aggravanti. La mossa dei magistrati agrigentini, che segue le ispezioni a bordo da parte dei militari della guardia di finanza, lascia dunque pensare che la contestazione riguarda il favoreggiamento semplice. Oltre che il rifiuto di obbedienza a nave da guerra, dal momento che Rackete ha deciso di non rispettare l’alt della guardia di finanza.
«Affronterò tutto con il supporto dei legali, ora voglio solo le persone a terra», ha commentato la comandante della Sea Watch. «Prendiamo atto dell’iscrizione nel registro degli indagati della nostra capitana anche se al momento non ci è stato notificato nulla», dichiara invece la portavoce Giorgia Linardi, che ha poi spiegato che la nave ha rinnovato la richiesta di assistenza ma gli è stato detto di fermarsi a tre miglia dall’isola. Intanto stamattina, come già avvenuto ieri, è arrivato a Lampedusa un barchino con 16 migranti a bordo. L’ennesimo sbarco fantasma. Nessuno ha intercettato il mezzo fino all’ingresso del porto di Lampedusa, dove è stato bloccato da una motovedetta della Guardia di finanza: si tratta di migranti di nazionalità tunisina, tra cui una donna e otto minorenni. Il gruppo è stato portato all’hotspot di contrada Imbriacola. L’imbarcazione, lunga 5 metri, è stata sequestrata dalle Fiamme Gialle.
Lo stallo dello Sea Watch, che potrebbe sbloccarsi in giornata, continua ad alimentare la polemica tra le parti politiche. Il ministro degli Interni Matteo Salvini, che ha trascorso la mattinata a Genova per la demolizione del ponte Morandi, da Facebook ha rilanciato l’attacco alla comandante Rackete, nei giorni scorsi definita «sbruffoncella», e al Partito democratico, dopo la decisione di salire a bordo della nave dell’ong per una staffetta di solidarietà che è andata vanti anche durante la notte. Parole di tutt’altro tenore, invece, arrivano dal presidente della Camera Roberto Fico. Il cinquestelle, che non è nuovo a prese di posizioni di diverso tenore rispetto ai colleghi di partito, ha detto: «Sulla Sea Watch credo che non ci sia alcuna emergenza migrazione in questo momento, 40 persone a bordo di una nave non possono essere un problema per il Paese».
Da poco a Lampedusa è arrivato il pm Salvatore Vella, titolare del fascicolo sul caso Sea Watch. A chi gli ha chiesto se si va verso il sequestro probatorio dell’imbarcazione, il magistrato ha risposto che si sta valutando l’ipotesi. A bordo della nave è salita nuovamente la guardia di finanza per notificare l’atto alla comandante. A essere arrivata è anche l’avvocata di Carola Rackete.
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