Il 12 dicembre è il giorno dello sciopero generale. Dopo sei anni di lontananza, le sigle sindacali nazionali più diffuse, Cgil, Cisl e Uil, tornano a riempire le piazze di tutta Italia. Il motivo è presto detto: la manovra finanziaria proposta al governo e considerata iniqua. Colpisce le fasce più deboli invece dei grandi patrimoni e i lavoratori dipendenti, spiegano i sindacati. «Lennesima manovra contro la povera gente» afferma un manifestante. Anche Catania ha fatto sentire la sua voce con un sit in davanti alla Prefettura. Con tante bandiere e di colori diversi.
«Siamo disposti a pagare afferma un pensionato purché ci sia il giusto equilibrio. Prima si guarda alle pensioni più alte e poi a quelle più basse». Tanti i lavoratori in piazza, diverse le situazioni personali. Cè chi lavora nella galleria della metropolitana e non sa se gli acciacchi gli potranno permettere di proseguire il suo impiego «che non è come gli altri, ma davvero pesante» spiega. Cè anche chi non sa se potrà mai prenderla una pensione. «Ho iniziato a lavorare dopo i 35 anni e chissà quante leggi cambieranno prima che possa andare in pensione» dice una delle manifestanti.
Nel pomeriggio di ieri i segretari generali dei maggiori sindacati italiani a Catania hanno incontrato il prefetto per consegnare le loro proposte unitarie alternative alla legge presentata dal presidente del Consiglio Mario Monti. «Chiediamo una maggiore equità. Non possono essere sempre i soliti a pagare, ma è giunto il momento che lo facciano i grandi evasori e i possessori di grandi patrimoni – è il motto comune – La manovra, inoltre, non mette in campo le giuste risorse per avviare la crescita, lo sviluppo e loccupazione».
[Foto di Cislbasilicata]
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