Una giornata tutt’altro che tranquilla, non c’è che dire, per il presidente della Regione Renato Schifani, che dopo i tumulti vissuti dalla sua maggioranza di governo all’Assemblea regionale siciliana, la minaccia di dimissioni e la notizia trapelata di un pacco sospetto di fronte alla sua abitazione, decide anche di apportare i primi cambiamenti alla sua giunta. Cambiamenti piccoli ma che dicono molto del momento politico estremamente delicato che vive in queste ore la Regione siciliana.
Anzitutto i rapporti con il parlamento. Renato Schifani è finito già ieri nel mirino della critica, in un’Aula in cui la concitazione l’ha fatta da padrona, per la sua assenza tra i banchi di sala d’Ercole mentre si discuteva del collegato, una vera e propria mini Finanziaria, fondamentale per la Regione. Così, il governatore, decide di darci un taglio delegando la gestione dei rapporti del governo con il Parlamento siciliano al suo vice e assessore all’Agricoltura Luca Sammartino.
Poi toglie la delega alla Programmazione dalle mani dell’assessore al Bilancio Marco Falcone e la tiene per se. «Alla vigilia della definizione della nuova programmazione relativa ai Fondi comunitari 2021/27 e alle risorse del Pnrr – si legge su una nota di palazzo d’Orleans – e sulla spinta di una conseguente richiesta dei partiti di maggioranza, il presidente della Regione, Renato Schifani, ha riassunto la delega della Programmazione, assegnata a novembre all’assessore all’Economia».
Poi il ringraziamento a Falcone, con il quale tuttavia, non è un segreto, i rapporti negli ultimi tempi si sono piuttosto deteriorati: «Ringrazio l’assessore Marco Falcone per l’impegno profuso e l’ottimo lavoro svolto in questi primi mesi di avvio della legislatura». E la giornata non è ancora finita.
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