Daniele Garozzo, da astro nascente della scherma italiana, è ormai diventato una certezza assoluta: l’oro nel fioretto individuale alle Olimpiadi di Rio 2016 è stata la consacrazione definitiva dello schermitore di Acireale, che ha saputo dare continuità all’acuto olimpico anche nel 2017 con la medaglia d’oro agli Europei di Tbilisi lo scorso giugno, a cui si aggiungono il bronzo individuale e l’oro a squadre ai Mondiali di Lipsia, appena terminati.
«È stata una stagione bellissima – dice a MeridioNews – neanche una medaglia di bronzo, nella scherma, può essere scontata. In uno sport di situazione come il nostro confermarsi è sempre difficile. Sono orgoglioso di quello che ho fatto: c’è senza dubbio un po’ di rammarico, perché vincere il mondiale individuale era un mio obiettivo. Comunque, alla mia stagione do nove e mezzo – aggiunge – è mancata soltanto la ciliegina sulla torta».
Per confermarsi, soprattutto dopo una grande vittoria come quella olimpica, bisogna faticare il doppio: «Dopo il successo all’Olimpiade era venuta meno un po’ di carica agonistica. L’appetito per fortuna l’ho ritrovato quando sono arrivati gli appuntamenti importanti: lì non sono mancato. Confermarsi – spiega – era fondamentale e sono riuscito a farlo rimanendo sempre ad altri livelli». Una stagione che ancora non è conclusa: «Il prossimo è un appuntamento importante. Il 15 settembre sarò ad Acireale per partecipare ai Mondiali militari di scherma. Ho deciso di essere presente perché si disputeranno nella mia città, nel palazzetto di casa: tengo molto a poterci essere, parteciperò con la solita voglia di vincere».
Una vita, quella di Daniele Garozzo, divisa tra le gare in pedana e lo studio: «Conciliare studio e sport a livello altissimo è un’impresa: al momento la mia priorità e la scherma, ma sto cercando di fare del mio meglio. In Italia – prosegue Garozzo – la situazione non è semplice: finora non c’è stata la volontà di portare avanti gli atleti sia nello studio che nello sport. Spero che la situazione cambi. Qualcosa si era mosso con il protocollo d’intesa Coni-Miur a favore degli studenti-atleti del dicembre 2016 – ricorda -ma con il cambio di governo la situazione si è bloccata, anche se il protocollo è attivo. L’Università di Tor Vergata si è mossa nei miei confronti, ma siamo ancora ai primi passi: spero che col tempo si possa ancora crescere».
Gli Usa, in questo campo, sono l’esempio da seguire: «Rappresentano senza dubbio l’emblema dell’aiuto agli atleti per quel che riguarda il campo accademico. I miei coetanei e colleghi di sport – dichiara l’acese – sono molto più agevolati: faccio l’esempio del fiorettista Alexander Massialas, un grandissimo campione che sta per laurearsi all’Università di Stanford in Ingegneria. Per loro è possibile proseguire la carriera accademica senza tralasciare quella sportiva: Massialas mi ha sempre raccontato come nei suoi confronti i professori fossero disponibili e sempre presenti – va avanti lo schermitore – dando la possibilità di usufruire di tutor che agevolassero il percorso».
Un futuro da medico, un presente nella scherma: «Il rapporto con il mondo della scherma, ovviamente, non si chiuderà del tutto, ma il mio sogno è quello di esercitare la professione medica. Spero di poter sfruttare la mia laurea, mi piacerebbe specializzarmi in chirurgia cardiaca». La Sicilia è sempre nel cuore: «Vengo quando posso, per le feste e le ferie dalla scherma. Quando ci si allena tanto è quasi impossibile poter mettere dentro delle trasferte a casa: per quanto sia breve la distanza da Roma è comunque una fatica in più, dato che quando abbiamo riposo dobbiamo cercare di recuperare il più possibile – conclude Garozzo – senza dimenticare la necessità di continuare a studiare».
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