LE RIVELAZIONI DEL PARLAMENTARE ‘CACCIATO’ DAL NEO-MORALISTA CROCETTA
Riccardo Savona si sfoga dopo la cacciata dal gruppo Drs. Lo fa nel corso di una intervista concessa al bravo collega di Livesicilia, Accursio Sabella. Dinnanzi al quale si presenta ‘armato’ di un certificato penale che dimostra come non abbia nessun carico pendente : Proprio così. Sono incensurato. E Crocetta ha puntato il dito contro di me. Mentre altri, a lui vicini, qualche problema con la giustizia lo hanno davvero. O lo hanno avuto dice il parlamentare. Molto amareggiato.
Che la cacciata di Savona sia stata una farsa, velo abbiamo detto subito e ve lo abbiamo ricordato stamattina. Ormai il metodo è chiaro: tacciare di vicinanza alla mafia chiunque possa in qualche modo ostacolare i piani del duo Crocetta – Montante. Si sono autonominati Giudici e detentori dell’antimafia. Chi non è con loro, è ‘punicuto’ in un modo e nell’altro. Solo che questa litania ha stancato e i siciliani non sono stupidi. Si accorgono, ad esempio, di come l’attaccamento alla legalità di Crocetta si fermi dinnanzi alle nomine. Del Decreto 39, leggasi legge anticorruzione, ha fatto carta straccia.
Savona stesso sottolinea come si usino due pesi e due misure. E si toglie qualche sassolino dalla scarpa. Ricorda ad esempio, che uno dei suoi principali accusatori, Salvatore Cardinale da Caltanissetta (quello che ha preteso una poltrona per la figlia a Montecitorio) è “destinatario, da parte della Procura di Caltanissetta della contestazione dellipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata alla gestione di appalti pubblici”. E che nel gruppo Drs c’è chi, a Catania è indagato per le promozioni facili al Comune. E così via. Della serie: da quali pulpiti…
E poi va alla radice di quello che per lui è il reale motivo dell’allontanamento dal gruppo Drs: il suo ruolo all’Ars sulla spending review, quale Presidente della Commissione competente:
“Non nascondo di essere stato contattato da ambienti governativi nel tentativo di ripristinare lammontare dellindennità prevista per gli assessori esterni. La mia contrarietà avrà urtato qualche sensibilità dice Savona riferendosi al tentativo di rivedere una norma assurda che paragona gli assessori esterni ai deputati regionali, facendo lievitare la spessa pubblica vertiginosamente: i 12 apostoli della Giunta Crocetta, che tranne qualche eccezioni sono trombati senza nessuna competenza, sono pagati quanto un parlamentare.
Ne manteniamo 102, non più novanta. Uno scandalo. Cui un Governo che si dice trasparente e rivoluzionario avrebbe dovuto subito porre rimedio. Invece no. D’altronde, proprio ieri, anche Beppe Grillo dal suo blog ci ha ricordato che il Presidente della Regione ha mentito anche a proposito del suo stipendio: aveva promesso di dimezzarlo. Non lo ha mai fatto. Anzi. Fa accollare ai siciliani pure i costi extra di assessori esterni che non sono tecnici e non sono eletti.
Sempre della serie due pesi e due misure.
Savona fa anche riferimento alla Commissione Affari Istituzionali dicendo che era stato indicato quale nuovo componente (dopo lo scioglimento della prima per la sfiducia al Presidente, Marco Forzese). Ma che poi c’era stata una retromarcia: “Certamente non ero considerato fedele”. La Commissione è importante, perché tra le altre cose, ha il compito di vagliare le nomine del Governo. Non è vincolante, ma il suo parere, a livello politico, conta.
Non a caso è stata teatro di un violentissimo scontro, che ha portato al suo scioglimento, proprio su nomine che i commissari ritenevano illegittime: quelle all’Irsap, imposte da Confindustria Sicilia a Crocetta in barba al decreto 39 (leggasi norme su incompatibilità nell’ambito della legge anticorruzione) e ai requisiti richiesti per legge.
La farsa etica: Savona lascia il gruppo Drs. Ma legge anticorruzione resta inapplicata
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