San Berillo, Istituto Architettura loda il piano «Leone sbaglia, progetto per cui esultare»

La riqualificazione del quartiere San Berillo di Catania continua a far discutere. Dopo le dimissioni dell’architetto Giacomo Leone dall’istituto nazionale di Architettura, dettate da una valutazione negativa del progetto di Corso dei Martiri, arriva la replica del presidente regionale dell’Istituto, Franco Porto. L’ingegnere Porto rimanda al mittente le accuse di Leone, che aveva denunciato il silenzio dei professionisti catanesi negli anni in cui «Catania veniva rosicchiata e lasciata alla speculazione». Leone definiva quindi «patetica» la richiesta di contributi di idee per avviare un dibattito sul San Berillo. «Che senso ha – aveva denunciato l’architetto a Ctzen – chiedere contributi adesso che il progetto sta per essere definitivamente approvato dal Comune?».

Franco Porto ha risposto alla lettera di dimissioni di Leone con una nota, di cui riprendiamo alcuni passi. Quelli che riteniamo possano contribuire ad alimentare il dibattito e permettano al lettore di farsi un’idea completa di quello che sta avvenendo attorno al progetto di San Berillo.

A proposito dell’assenza dell’Istituto Nazionale di Architettura (IN/ARCH) dai tanti dibattiti della città, Le voglio precisare che esistono almeno due fasi d’intervento: la prima è quella delle scelte (grandi o piccole che siano) che la città è chiamata a fare; la seconda fase è quella in cui le scelte sono state fatte e si tratta di discutere sui modelli da utilizzare per la loro realizzazione. Non troverà quasi mai l’IN/ARCH nella prima fase, dove invece Lei spesso si colloca e dove trova facile compagnia in coloro che alimentano le campagne giornalistiche nelle calde giornate estive da consumare sotto gli ombrelloni. L’IN/ARCH la si trova nella seconda fase dove si discute del master plan di Cucinella, dell’intervento sulla Villa del Casale e del recente esito del concorso del waterfront della città di Messina (mentre a Catania per il momento ci occupiamo della discussa licenza ad uno stabilimento balneare sul lungomare). Se Lei intende occuparsi solo dei temi della prima fase, non solo si è dimesso dall’IN/ARCH ma credo lo faccia soprattutto dall’Architettura, e questo ci rammarica tutti.

Forse il mio invito (di contributi critici sul progetto di Mario Cucinella per Corso dei Martiri), Le sarà sembrato patetico, ma era importante farlo rimanendo nel solco dello spirito dell’IN/ARCH; che come Lei sa promuove la progettualità e l’architettura entrando anche nel merito delle scelte di progetto, ritenendo che su di esse e sui loro esiti economici, sociali, urbanistici, culturali (non quindi solo o astrattamente architettonici) si basi il contributo che questo può e deve dare allo sviluppo di una città, di un territorio. Un contributo che non si ferma allo stretto intervento, per quanto ampio; e che nel caso in questione riguarda le relazioni con il vecchio San Berillo, con il quartiere del centro fieristico Le Ciminiere, con le Ferrovie (che in un momento di generale dismissione della sua linea infrastrutturale siciliana, a Catania  progetta di raddoppiare il suo attraversamento nel nostro Centro Storico), con l’asse di corso Sicilia/via Luigi Sturzo/via di Prima: tutte aree in cui ben presenti e marcati sono i suoi segni progettuali.

Stiamo lavorando per dare anche noi un contributo su questa importante trasformazione, costruito con l’apporto dei numerosi soggetti, oggi ancora silenti ma che se stimolati (non da sterili polemiche) potranno risvegliare inattesi riscontri.

L’IN/ARCH oggi «inneggia ed esulta» perché la città di Catania ha un progetto su cui discutere; vogliamo aiutare a leggerlo e vogliamo se possibile criticarlo, senza mai schierare l’Istituto dietro sterili polemiche e culture di conservazione che contribuiscono a determinare quei decenni di ritardo nello sviluppo che questa città merita e che non deve necessariamente passare dai soliti progettisti che si sono spartiti per troppi anni le sorti progettuali della città.

Continuo a ritenere che il Master Plan di Corso dei Martiri rappresenti una grande opportunità per la città di Catania, accomunata a tutte le città che oggi sono chiamate ad essere protagoniste del loro futuro. Non a caso il tema della prossima Biennale di Venezia è il riuso delle città e forse questo progetto e, perché no, il dibattito che su di esso la città saprà costruire, potrebbe essere presente per rappresentare una delle più importanti trasformazioni urbane in Italia.

L’IN/ARCH nella sua totale autonomia continua comunque il suo percorso culturale.

Leggi il testo integrale della lettera dell’architetto Franco Porto.

Salvo Catalano

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