Sala:”Ho imbeccato io Moffa sul caso Palermo”

Ha confessato.  Spontaneamente. Ha alzato la cornetta del telefono e ha telefonato a LinkSicilia: “Eccomi. Volete sapere chi ha imbeccato Silvano Moffa sul caso Palermo? Sono stato io“. A parlare è Nino Sala, segretario del Partito tradizional popolare. Il caso è quello dell’interrogazione parlamentare che il deputato nazionale, Moffa appunto, ha rivolto al ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, con la quale si chiedeva al governo di rimandare le elezioni amministrative di Palermo per il rischio default dei conti del comune (in questo articolo i dettagli dell’atto parlamentare presentato a Montecitorio).

Questo giornale denuncia da mesi il rischio dissesto finanziario della casse di Palazzo delle Aquile. Non ci ha stupito dunque il contenuto dell’interrogazione. Ma ha suscitato curiosità il fatto che ad occuparsene sia stato un parlamentare romano.  Da qui la domanda “Chi ha imbeccato Moffa”. Domanda cui hanno provato a rispondere esponenti politici di vari schieramenti, ipotizzando che dietro ci fosse qualcuno intimorito dalle prossime elezioni. E invece no. Almeno a giudicare dalle confessioni di Sala: “Siamo stati noi del Partito Tradizional Popolare, nella fattispecie Nino Sala e Tommaso Romano ad avere chiesto all’onorevole Silvano Moffa, nostro vecchio amico dal passato politico comune, di chiedere al ministro Cancellieri di esplicitare al Popolo Sovrano quali fossero le condizioni in cui versa il comune di Palermo e se non fosse più razionale rinviare tutto all’anno prossimo. Registriamo invece l’assoluta indifferenza di quasi tutte le forze politiche attuali, che pur di preservare potere ed onori mandarebbero allo sfracelo la città. Quindi il segreto è svelato, siamo stati noi i Tradizional Popolari, che non abbiamo fortunatamente la grave malattia che assilla chi è passato da sala delle Lapidi, la “poltronite acuta”, che impedisce ai poveri consiglieri di vedere oltre”.
Il ragionamento è, in estrema sintesi,  il seguente: i conti del comune versano in stato comatoso. Per uscire dall’emergenza meglio un commissario che può decidere da solo e non deve dare conto al balletto dei politicanti, come dovrebbe fare il nuovo sindaco. La stessa cosa, in effetti, aveva chiesto anche Confindustria. “Bisogna chiedersi se è il caso di aggravare i conti del comune con le spese elettorali” hanno dichiarato Sala e Romano, che hanno pronta una loro lista (con Marianna Caronia) ma restano convinti di ciò che dicono: “Sarebbe più responsabile rinviare tutto e anche il consiglio comunale dovrebbe dimettersi, così si risparmierebbero 50 stipendi inutili. Tra l’altro questa campagna elettorale è deleteria, si stanno continuando a prendere in giro i precari“. Su questo tema, il Partito di Sala aveva già presentato una interrogazione parlamentare all’Ars con la quale si esortava a fare chiarezza sulle reali condizioni dei conti del comune e sull’opportunità di andare al voto ora.
Sono solo queste le motivazioni, seppur sostanziose? E c’è solo il Partito tradizional popolare dietro la richiesta di rinviare le amministrative? Può darsi, ma anche no.

Leggi anche:
Chi ha imbeccato Moffa?

Cancellieri: Palermo, situazione grave, ma non posso rinviare le elezioni.

Antonella Sferrazza

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