Ryanair, in 150 per le selezioni a Catania «Non conviene, troppi soldi da pagare»

«Dobbiamo pagare per avere un lavoro, io me ne vado». È il commento di una delle aspiranti hostess che stamattina si è presentata insieme a circa 150 persone alle selezioni organizzate dalla società Crewlink per conto della low cost irlandese Ryanair all’hotel Nh Bellini di piazza Trento. Insieme a lei escono dalla sala anche altri ragazzi. Scoraggiati, dopo aver passato le due prove preliminari – quella di grammatica inglese e una simulazione – vanno via prima del colloquio orale. «Ci hanno spiegato come funziona e non conviene assolutamente – dice la giovane ventunenne ancora studentessa – Dobbiamo pagare il corso, l’alloggio, il vitto e se lo passiamo ci assumono per tre anni ma non si sa dove».

Per accedere al corso, che si svolgerà in Germania per sei settimane, si devono pagare almeno 1649 euro – il costo varia in base alle modalità di pagamento, con gli interessi se la soluzione è a rate – unica cifra rimborsabile in caso di bocciatura, 700 euro di alloggio, 500 euro di registrazione. A questo si devono aggiungere le spese di vitto. «Poi se veniamo assunti ci restituiscono 1200 euro, se non ci licenziamo prima di un anno, ma i costi superano di gran lunga questo rimborso», dice una giovane accompagnata dal marito. «Dobbiamo pagarci pure la divisa, se ci assumono: 30 euro al mese per un anno tolte dallo stipendio, ma volendo è il male minore», aggiunge.

Tra gli aspiranti assistenti di volo ci sono molti giovani, alcuni ancora studenti, provenienti da Catania e provincia, ma non solo. C’è anche chi è arrivato da Francofonte in provincia di Siracusa e da Trapani. «Mia figlia studia a Roma ed è arrivata stamattina per fare un tentativo», dice la madre di una ragazza, appena prima che lei esca per dirle che farà il colloquio «solo per capire che tipo di domande fanno», perché non ha intenzione di accettare. «Oltre a non essere un investimento conveniente, so anche di molte persone che lasciano il lavoro ancora prima che finiscano i tre anni perché le condizioni non sono le migliori, quindi non ne vale la pena», dice.

Tra loro anche circa 15 ex dipendenti Wind Jet. Il fatto che abbiano già il titolo di assistenti di volo e l’esperienza non fa differenza. Devono fare il corso anche loro e come gli altri dovrebbero essere pronti a lasciare casa e famiglia. «Ci hanno detto che ci possiamo dimenticare le basi vicino casa e addirittura in Italia, ma anche quelle come Londra o Parigi. Chissà in quale parte sperduta del mondo ci mandano», esclama un ragazzo. «Il punto è che te lo dicono due settimane prima della conclusione del corso e una settimana dopo che hai pagato la fee di registrazione e quindi se non ti piace che fai?», aggiunge un’altra aspirante hostess. «Ci manderanno dove avranno bisogno, invece, e quindi può darsi anche in Italia», spiega un’altra.

Chi ha superato i test di lingua, che durante la mattina hanno mandato a casa circa la metà degli aspiranti, e il colloquio senza essersi fatto scoraggiare dalle spese e dalle destinazioni sconosciute, una volta finito il corso – che secondo gli addetti Crewlink solo circa il 7 per cento dei partecipanti non riesce a passare – avrà un contratto di tre anni. Lo stipendio massimo sarà di 1400 euro a seconda della destinazione e delle ore di volo, «cioè volando tutte le ore possibili in una base in cui si paga di più», dice chi è rimasto.

 

Agata Pasqualino

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