Roberta, prigioniera del cantiere di via Sicilia «Non posso neanche uscire di casa da sola»

Un marciapiede dissestato, un piccolo corridoio stretto tra le inferriate dei condomini e il muro del cantiere per l’anello ferroviario di via Sicilia. Roberta Cascio, sorridente sulla sua carrozzina, asptta lì, accanto a quelle paratie che le hanno murato il cancello di casa da maggio. Tennis tavolo, tiro con l’arco, vela, nuoto, Roberta è un’atleta completa con un recente passato da presidente regionale del Comitato italiano paralimpico, ma lo slalom a cui è costretta ogni giorno per arrivare alla sua auto è troppo faticoso persino per lei. 

«Ho bisogno sempre di aiuto – racconta –  sia da parte di mia sorella che di mia madre, che ha 80 anni. Sono molto limitata nei movimenti. Ma lo stesso succede anche a tantissime persone anziane che abitano qui e che prima uscivano, ma adesso non si muovono da casa». E la sorella non la molla un momento. La spinge attraverso le strettoie costruite dagli operai della Tecnis per recintare i lavori, la fa scendere in retromarcia giù dai marciapiedi e la tira su quando c’è da salire «Una bella ginnastica», dice. «Qui ci passano anche con i motorini» spiegano le due donne mentre percorrono un tratto di marciapiede largo poco più di un metro in via Sicilia. Già perché il cantiere dell’anello non è l’unica fonte di ostacoli per un disabile che si trova a passare in quella zona. Gli scivoli, pochi, sono costantemente ostruiti dalle auto parcheggiate e poi ci sono le buche e le strade sconnesse. Ogni tanto la carrozzina sbanda o s’impenna frenata da un fosso. E nel tragitto tra casa di Roberta e il suo parcheggio riservato ce ne sono tanti.

«Quando hanno aperto il cantiere – spiega Roberta – non ci aspettavamo che andasse a finire così. Eravamo fiduciosi, pensavamo che non avrebbero chiuso tutto e invece così non è stato. Poi si tratta di un cantiere mobile, ogni giorno c’è una novità: passaggi chiusi, passaggi riaperti, non ci abbiamo capito molto, devo dire, anche perché a noi cittadini non hanno mai detto nulla su come procederanno i lavori di questo cantiere, quindi viviamo alla giornata». E sono giornate fatte anche di piccoli aiuti tra persone che si trovano a condividere una situazione di disagio comune, quella data dall’incertezza sul proseguimento dei lavori, come nel caso dei condomini della palazzina di via Sicilia 6, che hanno deciso di far tagliare alcune protezioni di ferro, installate anni addietro per non fare passare i motorini, proprio per non ostacolare Roberta e chi come lei ha maggiori difficoltà. Una solidarietà diffusa, che si traduce in piccoli gesti quotidiani. «Loro hanno aperto poche settimane prima dell’inizio dei lavori – racconta Roberta mentre passa di fronte a una panetteria vicino casa – Noi compriamo sempre il pane qui. Cerchiamo di comprare quello che possiamo sempre in zona per dare una mano ai negozi e far sì che questo quartiere non muoia, è un piccolo contributo, ma è tutto quello che possiamo fare».   

Gabriele Ruggieri

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