Ribera, colpita famiglia mafiosa Capizzi Dia confisca impresa agricola e terreni

Nuova confisca dei beni per la famiglia mafiosa Capizzi di Ribera. La Direzione investigativa antimafia ha dato seguito a un provvedimento emesso dalla seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento, bloccando beni per 90mila euro riconducibili a Giuseppe Capizzi. La misura riguarda un’impresa individuale – avente per oggetto l’attività di colture miste viticole, olivicole e frutticole – due terreni in provincia di Agrigento, nonché il saldo attivo di un conto corrente.

Quarantasei anni, Capizzi è ritenuto uomo d’onore. I legami con Cosa Nostra arrivano da lontano: già a metà degli anni Ottanta, infatti, la famiglia era attiva con lo zio Simone Capizzi – condannato all’ergastolo per l’omicidio del maresciallo dei carabinieri Giuliano Guazzelli, avvenuto il 4 aprile 1992 ad Agrigento – che fino al 1991 rivestì il ruolo di reggente provinciale della mafia agrigentina.

A seguire le sue orme sono stati i figli Mario, Giuseppe e Carmelo, tutti attualmente detenuti per associazione mafiosa. Nello specifico, Mario Capizzi sta scontando l’ergastolo dopo essere stato ritenuto responsabile di aver avuto un ruolo nell’omicidio di Giuseppe Di Matteo, il figlio del collaboratore di giustizia Santo, verso cui la mafia indirizzò la propria vendetta.
Condannato a 8 anni e 8 mesi per associazione mafiosa, nell’ambito dell’operazione “Scacco Matto”, Giuseppe Capizzi è stato scarcerato lo scorso luglio. Per lui, tuttavia, il Tribunale di Agrigento ha ritenuto opportuno applicare per i prossimi quattro anni la misura della sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza.

Ad aprile, la famiglia Capizzi era stata destinataria di un altro provvedimento di confisca: a essere sequestrati, in quell’occasione erano stati tredici terreni, tre fabbricati e quattro conti correnti, per un valore complessivo di 870mila euro

Redazione

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