«Nonostante la mobilità e i tagli ai nostri stipendi, l’azienda continua a trovarsi in difficoltà perché gli aumenti strutturali promessi dal Comune non si sono mai visti, mentre le retribuzioni vengono consegnate in ritardo e con piccoli acconti. Siamo stanchi, chiediamo garanzie perché abbiamo già pagato una volta, e non intendiamo farlo di nuovo». La denuncia arriva da Rita Tranchina, una dei 1470 lavoratori della Reset, ex Gesip, che da mesi premono per il rispetto dell’accordo siglato tre anni fa con il Comune di Palermo, al termine di due anni di cassa integrazione. Il 30 dicembre 2014, infatti, a fronte di cospicui tagli ai monti ore settimanale, l’intesa siglata con l’amministrazione prevedeva il reintegro di risorse destinate alla società appena costituita per garantire, dal 2018, il ripristino del tempo pieno di tutti i lavoratori.
Un obiettivo che oggi, tuttavia, sembra lontano dall’essere aggiunto: nel tentativo di fare chiarezza venerdì scorso, in un incontro in commissione Bilancio, i sindacati – Uiltucs Uil, Fisascat Cisl, Filcams Cgil, Asia, Alba e Cisal – hanno chiesto un emendamento per «trovare le somme destinate a chiudere l’anno in corso mentre per il 2018 le risorse dovrebbero essere strutturali, cioè 38 milioni che si aggiungono ai risparmi dell’Iva». Risorse che permetterebbero alla Reset il ripristino a tempo pieno e la piena applicazione del contratto collettivo nazionale: per questo motivo i sindacati hanno proposto alla commissione di farsi parte attiva attraverso la formulazione di un emendamento che preveda l’integrazione delle somme.
«Abbiamo chiesto l’esigibilità degli accordi firmati tre anni fa – ha ribadito la segretaria regionale della Fisascat Cisl Mimma Calabrò – con i quali veniva sancito una ripresa graduale delle ore fatte dai e che si sarebbero dovuti prevedere tre milioni di euro strutturali in bilancio, cosa mai realizzata. Eppure, quando hanno risanato il conti del Comune, gli unici lavoratori a subire tagli mostruosi sono stati gli ex Gesip. Ora chiediamo che vengano rispettati gli accordi e che si torni alla normalità perché non sono lavoratori di serie B».
La commissione guidata da Barbara Evola, prima di esprimersi, ha chiesto di potere esaminare attentamente i documenti e si è dichiarata disponibile a riconvocare le parti in tempi brevi, pur ritenendo fattibile la possibilità di proporre emendamenti e di impegnarsi recependo le istanze dei sindacati per intervenire sul bilancio di previsione 2018. «I commissari hanno assunto l’impegno di riconvocarci al più presto – ha proseguito Tranchina che è anche componente rsa Fisascat Cisl -, ma dubito fortemente che si riesca a rispettare i termini dell’intesa entro dicembre. L’azienda ha serie difficoltà a causa della mancanza di liquidità da parte del Comune che non paga, e temiamo soprattutto per i prossimi mesi. Il processo di stabilizzazione lo abbiamo già affrontato quando siamo entrati in Gesip, con la cassa integrazione in deroga – ha aggiunto – e non intendiamo rivivere quell’incubo».
Intanto, le associazioni dei lavoratori si dichiarano pronte a promuovere iniziative di protesta a sostegno della vertenza qualora l’amministrazione comunale continui a tergiversare sulla questione Reset, e chiedono «che ciascuno si assumi le proprie responsabilità nei confronti di questo bacino di lavoratori che ha comunque ampiamente dimostrato di essere all’altezza dei propri compiti, garantendo tutti quei servizi che vengono svolti quotidianamente». Se da un lato l’assessore alle Partecipate Iolanda Riolo non si sbilancia riguardo le richieste avanzate dai sindacati, sottolinea come «occorra attendere gli sviluppi di questa vicenda, confermando da parte del Comune e della Ragioneria la massima attenzione concentrata sulle problematiche che riguardano i lavoratori. L’auspicio – ha aggiunto – è che la condizione del personale Reset si possa risolvere al più presto».
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