Vaccini, a Messina anche i disabili in attesa per ore «Impossibile prenotarsi, giorni per mettersi in lista»

È il primo pomeriggio di martedì 12 settembre e davanti alla porta dell’ambulatorio per le vaccinazioni di Messina Nord, al Palazzo Satellite, si accalcano decine di persone. In prima fila una mamma con una bambina disabile al cento per cento che aspetta dalla mattina di riuscire a far somministrare alla figlia i vaccini obbligatori per legge. «La tengono qui ore e ore, col rischio che le vengono le convulsioni», si lamenta la signora che chiede invano l’intervento del responsabile. Appesa alla porta c’è la lista che dà diritto a ricevere il servizio: un pezzo di carta con i cognomi scritti a penna. I turni della giornata sono due: alle 8 e alle 15. Al primo possono accedere venti persone, al secondo dieci. Chi non riesce a essere tra questi fortunati deve tornare l’indomani.

«Per la tornata delle 8 la gente si presenta alle cinque di mattina, per quella delle 15 si comincia a mezzogiorno – racconta il papà di una bimba di sei anni che deve iniziare la scuola elementare -, il problema è che, se non entri nei primi venti o nei primi dieci, l’indomani devi ricominciare da capo. La lista viene cestinata. Io e mia moglie abbiamo provato per due giorni, ho chiesto se era possibile prenotare e mi hanno risposto di no. Alla fine c’ho rinunciato, lavoriamo entrambi, non abbiamo tutto questo tempo, e ho presentato un esposto ai carabinieri». 

L’uomo è accanto alla ragazza disabile nel pomeriggio del 12 settembre. Come testimonia un video girato da uno dei presenti, la ragazzina si fa largo tra la folla, sostenuta dalla madre, e si ferma sulla porta aperta dell’ambulatorio dove il medico sta ricevendo le prime due persone del turno pomeridiano. Davanti alle richieste della donna e al trambusto nel corridoio, qualcuno del personale replica: «Qui non si vendono mica patate». Un altro, all’apparenza proprio il medico, si avvicina e invita tutti a tornare nella sala d’aspetto, «c’è più aria, è più grande», dice. «Va avanti così da giorni – atacca il padre che ha presentato la denuncia – una signora che era in fila con me mi ha detto che da cinque giorni cercava di mettersi in lista». 

Secondo il nuovo decreto del governo, sono dieci le vaccinazioni obbligatorie tra zero e sedici anni: anti-poliomelitica; anti-difterica; anti-tetanica; anti-epatite B; anti-pertosse; anti Haemophilusinfluenzae tipo B; anti-morbillo; anti-rosolia; anti-parotite; anti-varicella. Per la scuola dell’obbligo, quindi a partire dalle elementari, i genitori devono presentare la documentazione entro il 31 ottobre 2017. Oppure è possibile presentare una dichiarazione sostitutiva, da completare entro il 10 marzo 2018 con la documentazione che certifica l’assolvimento dell’obbligo vaccinale.

Per conoscere il proprio calendario vaccinale ci si può rivolgere all’Asp di riferimento e consultare il portale del ministero della Salute. L’azienda sanitaria di Messina è andata oltre, lanciando lo scorso luglio un’apposita app. Uno strumento che, secondo il direttore generale Gaetano Sirna, dovrebbe impedire il sovraffollamento negli ambulatori. «Lo abbiamo detto e ripetuto in ogni modo – risponde a MeridioNews non c’è bisogno venire tutti in una volta, il tempo c’è. Con l’app è possibile prenotarsi, inoltre ho dato disposizione che negli ambulatori ci sia qualcuno che dia degli appuntamenti a coloro che non possiamo ricevere in giornata. D’altronde non riusciamo a vaccinare 150 bambini in un giorno se si presentato tutti insieme». 

Eppure la realtà sembra essere diversa. L’app, nella sezione vaccini, dopo aver fornito la descrizione tecnica, consiglia di «consultare gli operatori sanitari dei centri vaccinali, i cui recapiti telefonici e indirizzi sono alla voce Sedi». Navigando sulla sezione Sedi del Comune di Messina si trovano numeri e indirizzi email, ma nessuna esplicita indicazione in merito alla possibilità di ottenere un appuntamento. Che sembra impossibile avere anche di presenza. «Ho chiesto esplicitamente al personale presente se potevo avere un appuntamento – denuncia il padre che ha presentato l’esposto – ma mi è stato risposto che l’unica procedura da seguire era presentarsi e mettersi in lista. Saremmo stati tutti felicissimi di usare l’app, ma nessuno di noi ne era a conoscenza e poi – conclude – perché gli operatori presenti non la segnalano o non viene messo un avviso lì dove l’utenza è più presente?». 

Salvo Catalano

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