Quando la poltrona è vuota

La politica dei tagli raggiunge anche l’Ersu di Catania e per tantissimi studenti fuori sede è crisi.
La residenza Costa di via Etnea che conta circa 250 posti letto è destinata a chiudere, la residenza Oberdan utilizza circa 60 posti in meno per motivi di sicurezza legati alla struttura e per lo stesso motivo la mensa Oberdan, che in realtà si chiama “Centro”, è stata chiusa, venendo meno così uno dei più grandi punti di ristoro per gli studenti della zona sud della città. I servizi che l’Ente dovrebbe garantire fanno acqua da tutte le parti e scatta la protesta. Da circa due settimane, infatti, i ragazzi assegnatari al Costa (e non solo) si sono costituiti in un comitato e hanno indetto un’autogestione pacifica dell’edificio di via Etnea. «Vogliamo una struttura che possa sostituire l’hotel Costa che sta chiudendo e che assicurino, non solo a noi confermatari, ma anche ai nuovi assegnatari, il servizio mensa e un posto letto decente – afferma Rosaria Nazionale, uno dei componenti del Comitato – in ogni caso vogliamo un impegno concreto, che sia scritto e non orale».

«Si tratta di una struttura fatiscente», sostiene Giuseppe Pignataro, responsabile dell’unità operativa Residenze e Ristorazione dell’Ente che gestisce il diritto allo studio, riferendosi alla residenza Costa (lo aveva già documentato Step1, ndr). Un immobile che, da anni ormai, l’Ersu ha in affitto da un privato con il quale, adesso, ha aperto un contenzioso. «Il contratto scade a giugno 2010 – continua – Noi ce ne andremo prima perché, nonostante gli impegni contrattuali prevedevano che il proprietario dell’immobile intervenisse sugli impianti di sicurezza, sugli arredi e sugli infissi, non è mai stato fatto nessun adeguamento. Chiederemo, inoltre, i danni per almeno un milione di euro».

I problemi dell’Ersu sono tanti, ma uno più di tutti: manca il direttivo del Consiglio d’amministrazione e tutto è bloccato.
In più, le residenze e le mense universitarie non sono in condizioni strutturali ottimali, soprattutto l’hotel Costa, ma i ragazzi stanno lì dentro per difendere il proprio diritto ad avere un posto letto.

«L’occupazione dei ragazzi al Costa sembra inspiegabile – commenta Pignataro – siamo in grado di collocare da subito in altre residenze gli studenti riconfermatari, quelli che hanno diritto al posto per l’Anno accademico 2009-2010. Loro sono garantiti al 100%», dichiara.
Ad essere penalizzati dall’ormai annunciata chiusura del Costa saranno, di fatto, gli studenti di nuova assegnazione che non troveranno l’ambito posto letto. «A questi, dietro presentazione del contratto di locazione, speriamo di poter dare un contributo-affitto fino a 1300 euro», ci spiega ancora il responsabile, ma questa come altre – in mancanza del Consiglio al completo – restano soltanto ipotesi.

I ragazzi, comunque, continuano a non accettare la situazione e protestano. Lo hanno fatto lo scorso martedì con un sit-in davanti gli uffici dell’Ersu e ieri mattina con un’occupazione formale dell’edificio per il diritto allo studio. Alle 20 non c’era più nessuno che occupava, ma in molti aspettavano di conoscere l’esito della riunione che il direttore Nunzio Rapisarda e i consiglieri dell’Ersu stavano svolgendo.

«In mattinata ci avevano invitato a partecipare a questa importante riunione, ma non si capisce bene il perché al pomeriggio abbiamo trovato le porte chiuse», spiega Fabio Tasinato, coordinatore provinciale dell’Udu che – insieme alle altre sigle Giovani democratici, Iride, Nike, Unipro, Atlantide, Campus, The friends, Cui – si sono schierati in prima fila per la difesa del posto letto. «Siamo comunque riusciti a sapere che il Costa rimarrà aperto fino a dicembre» afferma Tasinato «per il resto dovremo attendere nuove residenze. Intanto, da subito, ben 104 degli assegnatari diventeranno idonei, ma non avranno il posto letto».

Dicembre quindi, il termine ultimo per il Costa e la sua mensa, al momento l’unico punto ristorazione per la zona sud della città. Chiusa questa, rimarrà a disposizione solo la Cittadella e molti studenti non potranno godere del servizio. Si prospetta un anno duro per gli universitari che, a quanto pare, dovranno far di necessità virtù. E, pensando al futuro, la situazione non pare rosea. Le idee non mancano di certo e, a parlarne, è ancora Giuseppe Pignataro: «La mia valutazione personale è che dobbiamo riuscire ad avere un potere contrattuale forte con la Regione. Farci dare risorse e mettere a nuovo i locali di nostra proprietà. In questa situazione, poi, abbiamo meno mense stiamo erogando meno pasti quindi stiamo avendo del risparmio  che potrebbe essere riutilizzato. Si possono fare convenzioni con centri di ristoro oppure potremmo trovare un grande salone e approntarlo per una mensa. Non è una cosa impossibile». Ma queste sono solo possibilità. Se non c’è l’amministrazione con chi se ne parla? Gli studenti possono solo rimanere in attesa che dalla Regione arrivi l’incarico per il nuovo direttore.

Federica Motta

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