Punto guadagnato o è un’occasione sprecata? Le diverse verità di un pazzo Palermo-Viterbese

Palermo-Viterbese 3-3. Ecco il motivo per cui quella di partita-trappola ci è sembrata fin dall’inizio un’etichetta adattabile al vestito di questa gara. Un match abbordabile per i rosanero solo sulla carta ma che, come ha dimostrato lo sviluppo della trama nell’arco dei 90 minuti più recupero, in campo presenta diverse insidie. Se contro squadre come la Viterbese (il tecnico Taurino, costretto in extremis a rinunciare all’attaccante Rossi, ha disegnato il suo scacchiere con un 4-1-4-1 per creare densità in mezzo al campo e impedire ai rosa di dare profondità alla manovra) impostate essenzialmente per chiudere gli spazi con tanti elementi dietro la linea del pallone non riesci ad incanalare la gara su determinati binari è inevitabile che fai fatica. E se poi rovini il tuo disegno con qualche scarabocchio (il riferimento è alle sbavature in fase difensiva che in tre minuti, tra il 20′ e il 23′ del secondo tempo, hanno determinato il secondo e il terzo gol degli ospiti con la firma rispettivamente dell’attaccante Tounkara sugli sviluppi di una ripartenza e del difensore Mbende con un colpo di testa su una punizione battuta da Bensaja, autore pure del lancio in verticale che poco prima aveva mandato in porta l’ex centravanti della Primavera della Lazio) è chiaro che il piano d’azione si complica ulteriormente.

Quello di Palermo-Viterbese è, sul fronte rosanero, uno di quei casi in cui obiettivamente è difficile cristallizzare dei giudizi. In questa partita, che dopo un primo tempo ‘normale’ senza particolari sussulti al netto di un palo colpito da Silipo su punizione all’alba dell’incontro nella ripresa ha divertito gli osservatori con una serie ravvicinata di gol e colpi di scena, convivono infatti diversi elementi contraddittori e delle verità relative. Esempi? Le performance di alcuni giocatori (come orientarsi nell’analisi della prova di uno come Marconi, non esente da colpe in compagnia di Accardi in qualità di difensore centrale in occasione di due gol dei gialloblù ma autore del cross trasformato in rete da Lucca al 91’ o di Saraniti che non aveva brillato come altre volte prima di realizzare il suo quarto gol in campionato?) e la prospettiva da cui inquadrare il risultato finale, un 3-3 che può essere visto come un punto guadagnato per il modo in cui è maturato se si considera che al 90’ la squadra era in svantaggio ma che, nello stesso tempo, ha il sapore dell’occasione sprecata tenendo presente che nell’ultimo appuntamento del mini-ciclo di cinque sfide interne consecutive il Palermo affrontava comunque la penultima in classifica e con il peggior attacco del girone. In altri termini e al netto di un paio di sviste arbitrali come il rigore non concesso nel primo tempo per un fallo in area su Rauti, questa era una gara che i rosa avrebbero potuto e dovuto vincere e invece il mezzo passo falso, incompatibile con le esigenze di una squadra come quella di Boscaglia condizionata da una partenza ad handicap per una serie di motivi, tarpa le ali di un gruppo ancora alla ricerca della continuità necessaria per svoltare definitivamente e dare un impulso importante alla rincorsa verso i pani alti della classifica.

Un’altra conferma del concetto secondo il quale, in relazione a questa gara un po’ ‘pazza’, vale tutto e il contrario di tutto è la doppietta di Lorenzo Lucca, entrato al 55′ al posto di Silipo e schierato da Boscaglia al fianco di Saraniti in un 4-4-2 a trazione anteriore alternativo all’iniziale 4-2-3-1. Il centravanti classe 2000 si è sbloccato (si tratta, peraltro, della prima doppietta stagionale di un giocatore rosanero) e con i fatti ha detto chiaramente che c’è anche lui tra le risorse utili a disposizione del tecnico. A dimostrazione, pensando al flop del ragazzo in occasione di alcune circostanze come lo spezzone del match con la Turris in cui era stato chiamato in causa, che il calcio è una materia liquida e una realtà che richiede una certa prudenza nelle valutazioni dato che un concetto valido in un determinato momento (difficile dare torto qualche giorno fa a coloro i quali sostenevano che l’ex Primavera di Torino e Brescia, a segno ieri con un tap-in dopo una respinta del portiere e con un colpo di testa angolato, non fosse ancora pronto per una squadra come il Palermo che ha certe ambizioni) può essere rapidamente smentito.

Antonio La Rosa

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