La vicenda è tutta locale, ma la sua eco rischia di essere ampia e imbarazzante. Da un lato un candidato sindaco dal passato politico molto poco di sinistra, dall’altro un circolo cittadino del Partito Democratico che si scaglia contro lo strumento di partecipazione più noto dei Dem: le primarie. Siamo a Porto Empedocle, comune rivierasco dell’Agrigentino, città che diede i natali allo scrittore Andrea Camilleri e che, nel suo corso principale, ospita la statua in bronzo del commissario Montalbano. Oggetto del contendere, l’individuazione del candidato sindaco che dovrà concorrere alle prossime amministrative di giugno, per andare a guidare, se eletto, un Comune a un passo dal dissesto finanziario.
I primi scontri, quasi fisici, erano iniziati un mese fa circa: da un lato i sostenitori dell’ex sindaco Orazio Guarraci, a lungo prima tra le fila del Pdl e poi di Grande Sud e solo da un paio di anni approdato tra i democratici, e dall’altro i sostenitori di Pippo Sinesio, attualmente presidente del Pd provinciale, appoggiato tra gli altri dal segretario del partito Empedoclino, Maurizio Restivo. Uno scontro tanto teso che la segreteria provinciale ha deciso di chiedere l’intervento del Regionale, con il segretario Fausto Raciti che ha disposto – anche in seguito all’annullamento del tesseramento per anomalie rilevate dalla commissione provinciale di garanzia – di nominare un commissario straordinario.
Secondo passo verso la riappacificazione, si è sostenuto, la convocazione delle primarie per consentire di scegliere un candidato del partito a fronte di due proposte sul campo. Apriti cielo. L’unico nome presentato è stato infatti quello di Guarraci, mentre dal fronte sinesiano è stato prodotto un documento-esposto di fuoco che denuncia come sia in corso, a loro parere, una «Panipintizzazione del partito». Colpevole di aver messo in atto «azioni scellerate per commissariare il partito», finalizzate a far fuori la candidatura di Sinesio, sarebbe stato infatti il deputato regionale Pd Giovanni Panepinto, insieme al segretario provinciale, il faraoniano Peppe Zambito, che, dice nella propria lettera l’ormai ex segretario del Pd empedoclino Restivo, «ha proposto all’onorevole Raciti di commissariare il circolo di Porto Empedocle, in assenza di una legittima e valida motivazione, inventandosi inesistenti problematiche, pur di compiacere l’onorevole Panepinto ed il sodale Guarraci».
Colpevole sarebbe, ovviamente, anche Raciti, perché invece di «esercitare il suo ruolo di imparziale segretario di tutti, ha preferito essere unicamente il segretario dell’onorevole Panepinto e dei suoi amici e violando le norme dello statuto ha illegittimamente ed illecitamente commissariato il circolo di cui sono il segretario democraticamente eletto». Allo stesso modo sarebbe, secondo Restivo, «fraudolento» l’annullamento del tesseramento e, quindi, alla fine, le primarie vanno ribattezzate «falsarie» alle quali la fronda di Sinesio non ha partecipato perché «tutto è illegittimo ed illecito».
La replica di Panepinto è tra il serio e il faceto. «Rispetto alle dichiarazioni di Restivo non ho nulla da dichiarare, dato che tra l’altro mi attribuiscono una potenza che non ho. In realtà – aggiunge ironicamente – sono solo un deputato di campagna. Ammetto comunque di essere preoccupato per questa uscita paradossale. Spero solamente che si riesca ad ottenere una riconversione su un’idea: quella che le primarie sono l’unico strumento democratico per scegliere i candidati».
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