Puntare alla complementarità tra i quattro porti guardando sia al settore croceristico che a quello industriale, con un rilancio che faccia della qualità la sua arma principale. Questa, in sintesi, la ricetta del neo presidente Pasqualino Monti che ha illustrato oggi, nel corso di una conferenza stampa a Palermo, durante la presentazione della nuova Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia occidentale che unisce gli scali del capoluogo siciliano, Termini Imerese, Trapani e Porto Empedocle. L’incontro è stata l’occasione per far incontrare tutti i soggetti coinvolti a pieno titolo nel nuovo organo di gestione dei quattro scali in un’ottica di futura collaborazione istituzionale: tra questi oltre a Monti, nominato a fine maggio con decreto del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, i sindaci di Palermo, Leoluca Orlando, Termini Imerese Francesco Giunta, Porto Empedocle Ida Carmina, e il comandante della Capitaneria di porto di Palermo e direttore marittimo della Sicilia occidentale, Gaetano Martinez. Assente, invece, il commissario straordinario di Trapani Francesco Messineo.
Monti, che si è definito senza giri di parole «un uomo del fare», ha annunciato il primo atto del suo mandato, ovvero l’imminente costituzione della nuova authority: «Con il decreto legislativo 169 del 2016 si è realizzato in Italia un accorpamento di porti che tende a demolire quella situazione che rendeva poco efficace sul mercato la presenza di tanti scali, ridotti da 23 a 15 e certamente quello che ho l’onore di presiedere è tra i più importati. Il primo segnale forte e serio che intendo lanciare al ministro Graziano Delrio e al governo centrale è di avere già i nomi del nuovo comitato di gestione (si attendono soltanto le nomine della Regione): per cui la settimana prossima andrò a costituire l’organo della nuova authority, a due settimane dal mio insediamento. In altri casi sono stati necessari da 6 agli 8 mesi per farlo». Una sfida non indifferente quella che attende il nuovo direttore dell’authority che ha messo nero su bianco le difficoltà che lo aspettano e la parola d’ordine è stata «fare sistema».
Sul tavolo, tuttavia, ancora tanti i nodi da sciogliere, a partire dal completamento dello scalo di Palermo: solo a gennaio, infatti, si è sbloccata la vicenda del piano regolatore del porto congelato a causa di una querelle che si è trascinata per anni tra il Comune e l’ex presidente dell’autorità portuale Vincenzo Cannatella: «Siamo stati assolutamente fortunati – ha ammesso Monti – anche se ora lo strumento urbanistico dovrà passare al vaglio dell’assessorato al Territorio e Ambiente per le valutazioni di impatto ambientale. Tra le istituzioni occorre innanzitutto parlare e fare sintesi, ma sono fiducioso. Con il sindaco Orlando abbiamo discusso in vista della realizzazione di queste importanti opere per la città. Dobbiamo capire come far funzionare la macchina porto e, soprattutto, come integrarla con la città. In una prima fase cercheremo di andare incontro alle esigenze del Comune, visto che i lavori stanno ripartendo e, dall’altra, noi ce la metteremo tutta per creare qualcosa di bello».
«Dobbiamo lavorare per costruire un piano serio che ricollochi il nostro network portuale sul mercato dello shipping nazionale e internazionale – ha ribadito – Il mercato delle crociere deve puntare alla qualità, con meno transiti concentrati e la possibilità di sfruttare più date. Senza dimenticare le cosiddette ‘autostrade del mare’: abbiamo una rete intermodale che parte da Termini Imerese con l’interporto. Certamente lì c’è la possibilità di uno sviluppo industriale importante, mentre su Trapani c’è un mix di realtà industriale e croceristica e a Palermo abbiamo la cantieristica. Ci sono eccellenze che devono comprendere che oggi la qualità deve appartenere un po’ a tutti e costruire un piano che sia credibile significa accogliere tutte le realtà che noi oggi rappresentiamo». Infine un avvertimento: «Posso portare la mia esperienza, sono un uomo del fare ma se dovessi capire che non ci sono le condizioni, lascerei questo compito. Dobbiamo cercare di agire con stile, trasparenza e rispetto delle norme».
Il sindaco di Termini, nel suo breve intervento, ha ricordato che «sebbene dal 2007 il piccolo scalo palermitano faccia già parte integrante dell’autorità portuale di Palermo, a fronte di grandi investimenti, è mancata una ricaduta sia in termini di traffico di merci sia occupazionale. Auspichiamo che il nuovo corso possa rilanciare il polo di Termini. Abbiamo bisogno che il porto venga messo a regime, ad esempio rivedendo il piano di approdo annuale perché al momento è una cattedrale nel deserto». Orlando, infine, ha rivolto auguri di buon lavoro e apprezzamento al presidente Monti: «Ho seguito con attenzione le sorti del porto non solo in riferimento ai rapporti con la città, ma con l’intera Sicilia occidentale: qui non esiste una competizione tra i porti ma un sistema che sia utile a tutti. Bisogna tuttavia evitare che il porto di Palermo al netto delle esigenze doganali sia una sorta di zona off-limits. Rispetto alla città e alla sua vita – ha concluso – non deve essere una repubblica autonoma».
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