«Sono realista: a questo punto facciamo la commemorazione, ma senza la corona. Il Comune dia questi soldi a qualcuno, magari ai bambini dell’orchestra Falcone-Borsellino». Resì Ciancio, vicepresidente della fondazione Fava, lancia una proposta che va oltre la provocazione e l’amarezza. Destinare il denaro utilizzato per acquistare la corona d’alloro posta in memoria del giornalista Pippo Fava all’ente che opera con i bambini del quartiere San Cristoforo. Dopo nemmeno 36 ore dalla deposizione, è stato tolto l’omaggio floreale posto dall’amministrazione comunale nella mattina del 5 gennaio per ricordare il cronista ucciso da Cosa nostra 32 anni fa, e anche il mazzo di gigli lasciato dall’Unione nazionale dei cronisti italiani. A sparire, nella notte tra martedì e mercoledì, erano stati i fiori dei familiari. «Stamattina ho controllato di nuovo: è tutto pulito», descrive Ciancio.
La sparizione dei fiori davanti al teatro Verga, nel luogo in cui il fondatore de I Siciliani è stato ucciso, è un evento «che si è ripetuto sempre negli ultimi anni – racconta la vicepresidente – Prima almeno passava qualche giorno in più. Quest’anno hanno tolto tutto velocemente». Lo scorso anno Elena Fava, figlia del giornalista morta poche settimane fa, aveva condannato duramente il gesto. «Chi toglie quei fiori fa un danno alla propria libertà», aveva detto a MeridioNews dopo aver posto per la terza volta in pochi giorni un mazzolino davanti al civico 62. «È evidente che qualcuno lì in zona non li vuole», aveva commentato.
«Tra sabato pomeriggio e domenica andremo a mettere di nuovo i fiori», assicura Resì Ciancio. «Sapevamo che sarebbe successo ugualmente, è un gesto mirato». E aggiunge: «Quando ci sono le commemorazioni ai monumenti ai caduti vediamo le corone d’alloro stare lì, diventare lentamente gialle, fare il loro tempo. Qui no. Dà fastidio». Per questo motivo offre un’alternativa: «Se il Comune vuole ricordare Pippo Fava, lo faccia. Ma tanto succederà di nuovo, toglieranno tutto – dice – Allora il denaro lo si destini a qualcos’altro: ai bambini dell’orchestra, che hanno tenuto un concerto dopo la commemorazione, oppure a qualcuno che ne abbia davvero bisogno».
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