Piano giovani: Ministero dell’Economia e Unione europea vogliono vederci chiaro

 OGGI A PALERMO RIUNIONE CON I TECNICI DI ROMA E DI BRUXELLES. LA ‘NOVITA’ – CHE IL NOSTRO GIORNALE AVEVA ANTICIPATO NELLE SCORSE SETTIMANE – E’ CHE TUTTE LE RISORSE FSE (ANCHE QUELLE DIROTTATE NEGLI ANNI SCORSI A ROMA E OGGI IMPIEGATE CON NOMI DIVERSI) VANNO RENDICONTATE. COME SEMPRE LA CONTABILITA’ REGIONALE, RAFFAZZONATA, POTREBBE RISERVARE BRUTTE SORPRESE… 

A rischio i circa 452 milioni di euro del Piano giovani? La domanda è legittima. Oggi, a Palermo, a partire dalle 11,00, si terrà il ‘Comitato di direzione’ sull’utilizzo di queste risorse finanziarie.

Ricordiamo che il Piano giovani nasce con 452 milioni di euro che fanno parte dei 2,1 miliardi del Fondo sociale europeo (Fse) destinato alla Sicilia dall’Unione europea.

Il passato Governo regionale retto da Raffaele Lombardo ha dirottato questi 452 milioni di euro a Roma. Soldi che stanno ‘rientrando’oggi sotto la dizione, per l’appunto, di Piano giovani. Somme che la Regione siciliana pensava – a quanto pare sbagliando – di non rendicontare a Bruxelles.

Invece le cose non stanno così. La Regione dovrà rendicontare quanto ha speso finora. E illustrare come intende spendere quanto è rimasto.

Sulla rimanente parte, l’esecutivo regionale si presenterebbe con una rimodulazione degli obiettivi e delle priorità che cambierebbero rispetto a quanto già indicato dal precedente Governo dell’allora presidente Raffaele Lombardo. Il cosiddetto ‘Pac 4’ dovrebbe liberare 240 milioni di risorse destinandone una parte consistente alla Cassa integrazione e, forse, qualcosa dovrebbe essere dirottata per le politiche attive del lavoro.

Niente da fare per la Formazione professionale? Sarà forse questa la conseguenza del taglio praticato lo scorso anno del dieci per cento del finanziamento rispetto alla prima annualità dell’Avviso 20/2011? E sarebbe sempre questa la risposta al taglio ulteriore del dieci per cento deciso dall’assessore Nelli Scilabra in sede di finanziamento dell’annualità 2014/2015?

In ogni caso, gli occhi sono puntati sulla riunione di oggi. L’Autorità di gestione del Fondo sociale europeo (Fse) in Sicilia, che risponde all’instancabile ed infaticabile dottoressa Anna Rosa Corsello, la stessa che dirige i dipartimenti al Lavoro e alla Formazione professionale, potrebbe trovarsi a dovere rendere conto sulle modalità di spesa, di gestione e controllo attuato e sul sistema informatizzato per il monitoraggio della spesa.

Stamattina a Palermo, saranno presenti i funzionari dell’Ispettorato generale per i rapporti finanziari con l’Unione europea (Igrue), struttura della Ragioneria generale dello Stato presso il ministero dell’Economia e delle Finanze che si occupa del monitoraggio dei flussi finanziari intercorrenti tra Italia e Unione europea. Un ufficio che esercita i controlli sull’attuazione degli interventi di politica comunitaria e sull’utilizzo delle relative risorse finanziarie, ivi comprese le quote di cofinanziamento nazionale.

Saranno della partita anche i funzionari del ministero del Lavoro e dell’Unione europea. Un incontro che potrebbe rappresentare una vera a propria prova d’esami per il Governo regionale sulla spesa nel settore della Formazione professionale e delle politiche attive del lavoro.

In gioco come già accennato, ci sono i circa 452 milioni di euro del Piano giovani, spesi in parte per finanziare il Piano formativo del periodo 2013/2014.

L’Amministrazione regionale dovrà fornire spiegazioni su quanto programmato e quanto speso. Gli ispettori, con ogni probabilità, vorranno capire quale sistema di gestione e controllo ha messo in piedi la Regione siciliana. Sarà anche possibile che i funzionari dell’Igrue vorranno chiarito come mai nel loro sistema informatico di controllo, collegato su Caronte/Piano giovani, ad oggi risulta speso ‘zero’ euro.

Difatti, non sarebbe stato ancora caricato nulla dagli uffici del dipartimento Formazione professionale. I mandati di pagamento sarebbero stati emessi, quindi, senza alcun controllo preventivo ed in itinere. L’erogazione delle risorse del ‘Piano giovani’ sarebbe avvenuto con una modalità poco ortodossa. Spesa effettuata dall’Amministrazione regionale guidata dalla dottoressa Corsello, in buona sostanza, sulla fiducia e su una mail trasmessa in assessorato dagli enti di formazione professionale che delle risorse hanno tratto beneficio. Basterà a convincere gli ispettori dell’Igrue?

Sull’argomento avevano già scritto su questo giornale, raccontando che la Sicilia rischiava un ‘buco’ di bilancio proprio sulla mancata certificazione della spesa delle azioni previste dal Piano azione e coesione (Pac) e quindi del ‘Piano giovani’. Perché – questo era il parere di chi scrive, che adesso sta trovando riscontro nella realtà – anche questi soldi vanno rendicontati con Bruxelles. Il trasferimento a Roma, insomma, non annulla la verifica da parte degli organismi comunitari.

Il risultato di questa realtà dei fatti, finora ignorata dall’Amministrazione regionale, è che la Regione, se non convincerà i tecnici dell’Igrue, potrebbe essere chiamata a restituire quanto finora speso con il Piano giovani.

Avevamo riferito di come fosse una leggenda metropolitana che le risorse gestite dalla Sicilia, attraverso il ministero del Lavoro, come nel caso delle azioni del Piano azione e coesione (Pac), seguissero un sistema di certificazione diverso da quanto previsto dal Vademecum del Piano operativo Fondo sociale europeo 2007/2013. Sarebbe stato sufficiente visionare quanto contenuto nel documento redatto dall’Igrue il 19 aprile 2007 e dal titolo: “Linee guida sui sistemi di gestione e controllo per la programmazione 2007/2013” per non trovarsi spiazzati.

Torniamo a ricordare che la cosiddetta ‘futura non imputabilità’ delle spese riguardanti le azioni di competenza alla programmazione comunitaria non esime dagli obblighi di assicurare i necessario monitoraggio, valutazione e controllo.

Avevamo lanciato dubbi ed interrogativi lo scorso 13 giugno ed adesso si avvicina il momento della verità.

Eppure sui progetti del Pac, come Spartacus, Piano giovani azione formativa ed altri, l’Amministrazione regionale avrebbe dovuto attivare un sistema di gestione e controllo testato, cioè certificato dai competenti ministeri che erogano le risorse, che nel caso specifico afferiscono al Lavoro ed all’Economia e Finanze: cosa che non ha fatto. Non esiste un monitoraggio quotidiano della spesa e l’esecutivo regionale ha garantito al Governo nazionale un sistema di controllo che nei fatti non c’è.

Ad ogni buon conto riportiamo due brevissimi richiami ai principi ispiratori che governano i flussi di spesa, tratto dalle citate ‘Linee guida’ dell’Igrue.

“Nell’ambito dei principi generali a cui devono conformarsi i sistemi di gestione e controllo dei Programmi Operativi, la normativa europea pone un particolare accento sulla informatizzazione dei sistemi di contabilità, di sorveglianza e di informativa finanziaria al fine di consentire che gli scambi di informazioni tra gli Stati membri e la Commissione possano avvenire esclusivamente per via telematica. L’obiettivo di tale innovazione è consentire la costruzione di sistemi informativi che siano in grado di assicurare la facile reperibilità e consultazione delle informazioni relative a un Programma Operativo, supportando le attività di gestione, sorveglianza, controllo e valutazione.

È opportuno quindi che per ogni Programma Operativo sia realizzato presso l’Amministrazione titolare di intervento, un sistema informativo integrato, in grado di gestire:

· i dati di interesse comune relativi al Programma Operativo;

· i dati relativi al monitoraggio ed alla sorveglianza del Programma Operativo;

· i dati relativi alle transazioni finanziarie del Programma Operativo;

· i dati contabili relativi alle singole operazioni;

· i dati relativi all’esito dei controlli, eseguiti sia da soggetti del sistema di gestione e controllo (Ufficio Controlli primo livello, Autorità di Certificazione e Autorità di Audit) sia da soggetti esterni (es. Commissione Europea, Igrue,Corte dei Conti, Guardia di Finanza, ecc.);

· i dati relativi alle irregolarità rilevate da tutti i soggetti con potere di controllo sulle operazioni e i dati relativi al monitoraggio delle azioni correttive intraprese”.

Ed ancora: “Si ritiene opportuno che all’interno del sistema informatizzato i dati di spesa di ogni operazione siano disaggregati negli importi dei singoli giustificativi di spesa (indicando altresì data e numero di fatture quietanzate – o documentazione probatoria equivalente – e dei titoli di pagamento) e tali importi siano riconciliati con l’importo inserito nella Dichiarazione di spesa dell’Ufficio Competente per le Operazioni (indicando i riferimenti – numero e data – di tale Dichiarazione), nella Dichiarazione di spesa dell’Autorità di Gestione (indicando i riferimenti – numero e data – di tale Dichiarazione) e nella Dichiarazione certificata di spesa dell’Autorità di Certificazione (indicando i riferimenti – numero e data – della Dichiarazione certificata di spesa e della Domanda di pagamento). Ciò consentirà altresì di alimentare automaticamente la sezione ‘Dossier di operazione’ della Pista di controllo, relativamente alla Parte finanziaria”.

Giuseppe Messina

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