Una lista di 27 punti. E per ciascun punto una sfilza di documenti da produrre, entro venerdì. Per chi ritarda il rischio concreto di sanzioni disciplinari. È il contenuto del documento che ieri la direzione generale, su impulso dell’assessore al Bilancio Giuseppe Girlando, ha inviato a tutti gli uffici di tutti gli assessorati. Il tempo stringe ed entro il 30 giugno il Comune di Catania dovrà avere pronto il nuovo piano di riequilibrio, che permetterà di spalmare i debiti di Palazzo degli elefanti in trenta anziché in dieci anni. E se in un primo momento il lavoro di stesura del documento contabile avrebbe dovuto essere assegnato a professionisti esterni, adesso l’amministrazione ha scelto di fare da sé. Affidando all’avvocata Anna Maria Liuzzo non solo il ruolo di «referente», ma anche «poteri sostitutivi nei confronti delle direzioni inadempienti». Una sorta di commissariamento interno voluto da Girlando. «Abbiamo fretta, non c’è più tempo», conferma l’assessore.
«Per una pronta e improcrastinabile predisposizione del piano si chiede alle direzioni, ciascuna per quanto di competenza, a dare la massima collaborazione alla ragioneria generale», si legge nel documento diffuso ieri mattina. A dare forza alla richiesta, anche un ultimatum: considerata «l’urgenza a provvedere», la documentazione deve essere pronta entro cinque giorni. A partire dal lunedì appena trascorso. Nel caso in cui le carte non arrivassero per tempo, spetterebbe a Liuzzo andarle a chiedere personalmente ai vari dirigenti, a suon di minacce di «provvedimenti di competenza». «Non posso andare ufficio per ufficio a chiedere i documenti – spiega Girlando – Avevo bisogno di una persona che mi desse una mano. Non posso fare tutto da solo».
Non dopo che i progetti per esternalizzare il servizio di redazione del piano di riequilibrio sono falliti. La gara d’appalto per la stesura del documento aveva un valore di circa 30mila euro ed era stata aggiudicata all’unica società partecipante: il Centro studi enti locali srl. Un’azienda pisana, il cui referente siciliano è Fabio Sciuto. Non un nome qualunque, bensì quello del presidente del collegio dei revisori dei conti di Catania. Contro questo affidamento è arrivata la levata di scudi e, con essa, la scelta da parte del Centro studi di rinunciare all’incarico. Altro giro, altra corsa. L’ipotesi successiva è che sia l’Anci, l’associazione dei Comuni italiani di cui il sindaco etneo Enzo Bianco è presidente nazionale, a offrire una consulenza gratuita per la scrittura del piano. «Ma l’Anci ha i suoi tempi – risponde adesso l’assessore – E non sono compatibili con quelli di cui ha bisogno Catania».
Così, nonostante fossero stati gli stessi uffici comunali a scrivere che «la riformulazione del piano di riequilibrio comporta attività molto complesse, per le quali sono necessarie competenze pluridisciplinari non disponibili all’interno dell’ente», l’assessorato al Bilancio fa un passo indietro. «In pratica adesso sto facendo da solo il lavoro che un’amministrazione dovrebbe fare tutta insieme», commenta Girlando. «Affinché la macchina funzioni, gli assessori devono dare delle indicazioni. Io invece sto facendo del lavoro pratico – aggiunge l’assessore – Sono senza ragioniere generale da sei mesi, adesso si è fatto il bando, si è chiuso il 29 aprile, ma prima che si saprà chi ha vinto servono mesi e noi non possiamo permetterceli».
Un paradosso colpa del precariato: il contratto di Giorgio Santonocito, attuale direttore generale dell’ospedale Garibaldi, è scaduto nel 2013. A lui è seguito Ettore De Salvo, che veniva dalla provincia: «Il suo contratto, invece, è scaduto a ottobre 2015. Nel frattempo lo Stato ha impedito ai Comuni con situazioni economiche particolari di stipulare nuovi contratti a tempo determinato – ricorda Giuseppe Girlando – E noi siamo rimasti senza nessuno». Un problema non certo di poco conto: «Se mancano le persone chi lavora? Chi fa le carte?». La risposta, per il momento, la giunta sembra averla trovata: lo stesso Girlando. Con l’aiuto di un’avvocata che «al fine di garantire un efficace presidio giuridico-legale», dovrà mettersi a guardare numeri e conti. Con la fretta di sbrigarsi ben prima del 30 giugno 2016: perché il nuovo piano di riequilibrio, prima di essere presentato, deve passare dal voto del consiglio comunale.
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