Lattacco è a Giuseppe Lupo. Ma lobiettivo non è solo il segretario regionale del Pd siciliano. Le 188 firme raccolte dallasse del Pd che a capo ad Antonello Cracolici e a Giuseppe Lumia (si tratta di 188 firme su unassemblea regionale del Pd composta da 360 delegati: quindi la maggioranza) servono per un altro scopo: far saltare le elezioni primarie di Palermo.
Può sembrare paradossale, ma in questa fase lasse Lumia-Cracolici – e tutto il sistema di potere che rappresentano dentro e, soprattutto, fuori il Pd dellIsola – non potrebbe tollerare una vittoria del centrosinistra unito a Palermo. Per un motivo semplice: perché leventuale vittoria di Rita Borsellino, prima alle primarie del 4 marzo e poi alle elezioni comunali vere e proprie (cioè con leventuale elezione di Rita Borsellino a sindaco di Palermo) determinerebbe la fine del governo regionale retto da Raffaele Lombardo e appoggiato da una parte del Pd che è maggioritario negli organi di partito, ma nettamente minoritario nella base, cioè tra iscritti, militanti e simpatizzanti.
In questa partita politica Lumia, Cracolici e il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, si giocano tutto. Da qui la loro esigenza di far saltare le primarie di Palermo e, possibilmente, di fare perdere a tutti i costi il centrosinistra. Non è un caso, per esempio, che la Regione di Lombardo non abbia ancora deciso la data delle elezioni amministrative. Hanno il potere tra le mani e lo stanno usando. Utilizzando tutti gli strumenti a loro disposizione.
Nella sua risposta, in verità un po ingenua, Lupo, rivolgendosi a chi, allinterno del Pd siciliano, lo vuole sfiduciare, dice che un passaggio politico così traumatico, in campagna elettorale, indebolisce il partito – cioè il Pd – e tutto il centrosinistra. Ma questo è proprio lobiettivo di Lumia, Cracolici e Lombardo (che ormai si considera – e in fondo lo è – la 189esima firma dellassemblea regionale del Pd in calce al docummento di sfiducia al segretario Lupo): indebolire il centrosinistra di Palermo, far saltare le primarie del 4 marzo e, se tutto andrà come pensano, far vincere le elezioni al centrodestra.
Anche la candidatura di Massimo Costa a sindaco di Palermo potrebbe rientrare in questo scenario. Di Massimo Costa è probabile che una parte dei centristi siciliani non sapesse nulla (certo, se lo sono caricato di buon grado, se non altro perché Giampiero DAlia e gli altri si stanno divertendo un mondo nel vedere allopera il circo equestre del Pd siciliano). Costa è da sempre vicinissimo al presidente dellArs, Francesco Cascio. A un certo punto viene fuori la sua candidatura a sindaco di Palermo in unipotetica area centrista, senza che però i centristi ne sapessero nulla. Possibile?
Possibile che Massimo Costa si candidi senza il placet di Francesco Cascio? Non è che, per caso, Cascio sta trattando con Gianfranco Miccichè, che, a propria volta, sta trattando con Lombardo, Cracolici e Lumia? Come ricorda il Senatore a vita Giulio Andreotti, a pensar male si fa peccato, però qualche volta sindovina…
Fantapoltica? Chissà. Però è strano che, da quando è spuntata la candidatura di Massimo Costa, nel Pdl siciliano sembra sia sceso un ‘freddo’ ancora più polare di quello di questi giorni. Nessuno parla. Ma tutti sanno che i vari Schifani, Alfano, Castiglione, Firrarello stanno mettendo all’angolo Cascio, forse perché di lui non si fidano più. E’ un caso se gli dicono: ora a sindaco d Palermo ti candidi tu?
Guardiamo ai protagonisti di questa sceneggiata trasformista: Lombardo, Lumia, Cracolici, Cascio, Miccichè. Tutte cinque sono legati da un denominatore comune: finito lattuale giro, si potranno attaccare al più classico dei tram.
Passiamoli in rassegna ad uno ad uno. Lombardo è atteso con ansia dalle galline e dai cavalli della sua azienda agricola di Grammichele; Lumia non verrà mai più ricandidato nel Pd (soprattutto dopo gli ultimi casini che ha combinato in Sicilia nel suo partito); idem con patate per laltro ‘geniale’ casinista di nome Cracolici; Cascio potrebbe candidarsi a sindaco di Palermo, ma perderebbe e lo sa; Miccichè sembra Cesare Pavese perduto nella pioggia che sta aspettando da sei ore il suo amore ballerina (tradotto: vorrebbe essere il candidato alla presidenza della Regione siciliana, ma Angelino Alfano, per la centoduesima volta, gli ha risposto che se lo può scordare).
Alla fine questi cinque personaggi politici, ragionando con un pizzico di fantapolitica (o quasi), potrebbero fondare un club dei ‘futuri senza futuro’. Così si dimenano. Cracolici e Lumia hanno messo in mezzo Fabrizio Ferrandelli che non è scemo e deve avere intuito qualcosa. Costa è sempre stato un Cascio-dipendente. Con questa squadra vorrebbero far perdere il centrosinistra a Palermo, restare in piedi alla Regione e sperare nemmeno loro sanno in che cosa. Ma intanto sperano, sperano, sperano…
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