Non proprio il più sereno degli insediamenti quello che ha visto oggi protagonista Carlo Caputo, il nuovo presidente del Parco dell’Etna. L’ex sindaco di Belpasso ha debuttato alla sede dell’ente, presentandosi ai sindaci del comprensorio e che siedono nel consiglio. Un ruolo che, tra il 2013 e il 2018, è spettato allo stesso Caputo, anche se nel quinquennio l’allora primo cittadino ha sempre preferito mandare un proprio delegato alle riunioni. Scelta che nei giorni scorsi ha difeso in un’intervista a MeridioNews.
Il presente per Caputo è quello di timoniere. Dopo due anni in cui il Parco è stato sotto commissariamento. E c’è stato proprio questo al centro delle critiche, a tratti accese, che questo pomeriggio hanno accompagnato l’insediamento del nuovo presidente. Tra coloro che hanno rimarcato come il desiderio del presidente della Regione Nello Musumeci di nominare a tutti i costi Caputo abbia lasciato senza guida il Parco ci sono stati i primi cittadini di Piedimonte Etneo e Maletto, Ignazio Puglisi e Pippo De Luca.
Che ci fossero malumori, d’altra parte, era cosa nota. Già l’anno scorso, il governatore aveva dovuto desistere dalla nomina di Caputo per il rischio che il decreto potesse sbattere con i limiti imposti dalla legge Madia per gli incarichi agli amministratori uscenti degli enti locali. Un potenziale contrattempo che Musumeci è riuscito ad aggirare restando paziente, sapendo di avere il tempo dalla propria. A inizio anni, poi, la nomina di Caputo nell’ufficio di gabinetto del governatore ha evitato un eventuale passaggio – seppur formale – in commissione all’Ars della sua designazione a presidente del Parco.
A presenziare alla presentazione di oggi – organizzata in parte in presenza e in parte in videconferenza – anche l’assessore al Territorio Toto Cordaro. L’esponente della giunta regionale ha difeso a spada tratta la scelta di Caputo, sottolineando che il proprio ufficio ha valutato nel merito il curriculum vitae dell’ex sindaco di Belpasso. Ovvero quello che i detrattori del nuovo presidente ritengono la cartina al tornasole di una nomina dal sapore fortemente politico e poco consona con i dettami della legge che regola le istituzioni dei Parchi in Sicilia. Davanti all’ennesima critica, Cordaro avrebbe detto a un sindaco: «Se ritenete la nomina non adeguate, potete fare ricorso al Tar».
Dal canto suo, Caputo, così come anticipato a MeridioNews, ha ribadito di avere diverse idee per rilanciare il Parco e la volontà di coinvolgere i Comuni e le associazioni nella gestione dell’ente.
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