Parchi, se i privati fanno meglio del Comune Tra degrado e potenzialità non sfruttate

«Sono state avviate, grazie a iniziative concordate con soggetti privati, operazioni di manutenzione e valorizzazione di alcuni parchi cittadini: Gioeni, Gandhi, Madre Teresa di Calcutta e Boschetto della Plaia». È quanto dichiara il sindaco di Catania Enzo Bianco al punto 110 della sezione Catania pulita e verde dell’e-book in cui fa il bilancio del primo anno dell’attuale amministrazione etnea. CTzen è andato a vedere se le operazioni alle quali si riferisce il primo cittadino etneo sono sufficienti a permettere ai Catanesi di godere di questi spazi comuni, spesso protagonisti della cronaca – anche in tempi molto recenti – per degrado e abbandono.

Inaugurato negli anni novanta proprio da Bianco, all’epoca al suo primo mandato, il parco Gioeni, nella zona di Barriera Canalicchio, è quello che versa in condizioni peggiori. È domenica e fa molto caldo durante la nostra visita. Comprensibile che non ci sia quasi anima viva. Dentro ci sono solo due vigili urbani in servizio seduti in una panchina a chiacchierare, due auto parcheggiate di fronte ai bagni e un piccolo gruppo di persone in gita, che si allietano cantando canzoni napoletane in una delle poche zone all’ombra. Poco è cambiato rispetto a quanto già raccontato nel nostro giornale a fine maggio. A peggiorare la situazione anche l’incendio della scorsa settimana, causato dall’abbandono e dalla mancanza di cure del verde. Un circolo vizioso di cui è vittima il parco, che nonostante tutto ospiterà la seconda edizione dello Zanne festival dal 18 al 20 luglio. Passeggiare tra i suoi viali è un susseguirsi di tombini scoperti, fontane non funzionanti (più del 90 per cento di quelle presenti), immondizia e pali della luce decapitati. L’ala est è completamente al buio di sera. Anche nei bagni – sporchi e semiallagati – non c’è traccia di luce e lo sportello del quadro elettrico è aperto, alla mercé di tutti.

Abbastanza pulito e curato è invece il piccolo parco Gandhi, in via Santa Sofia 6 nel territorio di Trappeto Cibali. Alla manutenzione ordinaria pensano i membri del movimento politico di destra Spazio libero Cervantes, che lo scorso agosto lo hanno ripulito delle siringhe lasciate dai tossicodipendenti. L’illuminazione funziona, non mancano i cestini per raccogliere l’immondizia e l’area pic nic è ben tenuta. Sarà per il caldo, ma l’unica mancanza che si nota è quella di una fontana.

Dove non mancano le fontane, ma bisogna fare attenzione a come aprirle per non rischiare di farsi senza volerlo la doccia, è il parco Madre Teresa di Calcutta, nel quartiere Borgo Sanzio. La manutenzione ordinaria del verde è affidata all’associazione culturale Nuova Acropoli, tramite un contratto di sponsorizzazione. Manca però la manutenzione straordinaria che spetta al Comune. Tante zone sono al buio perché quasi la metà delle lampadine non ci sono più, gli attrezzi del percorso ginnico sono deteriorati e pericolanti, così come alcuni dei giochi della bambinopoli. Per sollecitare l’intervento del Comune, il consigliere della III circoscrizione Antonio Fusco ha presentato una mozione al consiglio di quartiere lo scorso novembre, scritto una lettera aperta al sindaco Bianco circa dieci giorni fa e organizzato per sabato 5 luglio una raccolta firme all’interno del parco. «A novembre in seguito alla mozione il Comune ha fatto togliere le lampadine e le coppe danneggiate e pericolanti, ma non le ha sostituite – racconta Fusco – Quello che chiediamo – aggiunge – non prevede chissà quale costo, ma è importante per la sicurezza dei fruitori del parco».

Il Boschetto della plaia è l’unico dei quattro parchi in cui troviamo gente, per la quasi totalità di origini indiana. Nell’attesa dei risultati del bando di 180 mila euro pubblicato dal Comune per la realizzazione e la gestione di un parco avventura, lo spazio è stato ripulito. I rifiuti in alcune parti, però, continuano a comparire tra le foglie, la sabbia e l’erba. La maggior parte delle fontane non funziona e alcuni pali della luce sono danneggiati. Anche in questo caso, come per il parco Gioeni, le potenzialità del posto non sono sfruttate e i catanesi preferiscono rilassarsi altrove.

Agata Pasqualino

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