Parcheggi, car pooling Cittadella L’Ateneo apprezza ma non partecipa

Come ogni anno ad ottobre riprendono le lezioni e per gli studenti e i professori della Cittadella universitaria torna il dramma del parcheggio. Un problema che, secondo l’Ateneo, da quest’anno dovrebbe essere stato in parte superato con l’entrata in vigore – lo scorso 6 luglio – del nuovo regolamento per la circolazione e la sosta dei veicoli nel centro universitario. Questo piano prevede 400 posti liberi all’interno della Cittadella, di cui 90 a pagamento e 330 riservati al personale. Più 1300 gratuiti riservati a studenti e docenti nel parcheggio Santa Sofia di via Zenone.

Per scongiurare lo stress da posto auto, il Momact (ufficio di Mobility management dell’Università), impegnato a studiare forme di mobilità sostenibile, consiglia inoltre l’utilizzo delle linee di trasporto pubblico, ciclomotori o biciclette. E suggerisce soluzioni alternative come il car pooling per la condivisione della stessa automobile. Idea quest’ultima che l’ateneo sposa in pieno ma non appoggia nella concreta realizzazione.

Perché a mettere su il progetto di Micro car pooling Cittadella, di fatto, ci hanno pensato alcuni studenti. «Esasperati dal problema, siamo spesso costretti a recarsi in Cittadella con due ore d’anticipo sulle lezioni pur di trovare un posto auto», racconta Moreno Bonaventura, uno degli ideatori. «In certi casi per il parcheggio si è arrivati anche alle mani. Queste cose sono impensabili, specie all’università», continua.

L’idea è semplice. Per sfruttare quanto più possibile il parcheggio gratuito Santa Sofia, in assenza di una navetta che trasporti gli studenti da questo punto alla Cittadella, si può fare car pooling, soprattutto durante gli orari di punta. Gli studenti si organizzano in gruppo, scegliendo un’automobilista tra loro. E dopo aver lasciato la propria vettura in via Zenone, si spostano dal parcheggio con una sola automobile. Questo meccanismo renderebbe il sistema mobilità più sicuro, veloce e all’insegna dell’ecosostenibilità.

«Per la realizzazione del progetto abbiamo chiesto la collaborazione di Carpooling.it che ci ha suggerito come gestire al meglio il servizio e ci fornirà gli appositi adesivi da applicare sulle automobili carpooliste. Questo serve infatti ad identificare i soggetti che aderiscono al progetto ed evitare il sorgere di eventuali timori nell’accettare un passaggio da possibili sconosciuti», racconta Bonaventura. «Sappiamo bene che all’inizio ci sarà molta diffidenza. Qui non siamo abituati a questo tipo di soluzioni ma si tratta di un sistema già sperimentato che, in altre città, funziona benissimo». Perché possa partire anche a Catania, in piccolo nella Cittadella Universitaria, occorre però l’interesse di tutti, degli studenti come dell’Università.

Di fatto, all’Ateneo i promotori dell’idea hanno chiesto di riservare un certo numero di posti auto della Cittadella alle vetture carpooliste. Richiesta che non è stata accettata. «Sposiamo in toto la soluzione proposta dai ragazzi – ci dice la professoressa Annalisa Greco, responsabile del Momact – ma le condizioni attuali ci spingono a lasciare il sistema della mobilità, almeno per ora, invariato. Cosa che non vieta agli studenti di iniziare a sperimentare da soli la soluzione proposta».

Senza il concreto appoggio dell’Università, però, l’dea degli studenti rimane solo una proposta, difficile da realizzare. «Solo avendo la garanzia di un parcheggio sicuro all’arrivo, gli studenti si sentiranno invogliati a fare car pooling, lasciando la propria automobile in via Zenone», spiega l’organizzatore. A giorni le lezioni riprenderanno un po’ ovunque e raggiungere la Cittadella diventerà nuovamente un’odissea. «Noi continuiamo a divulgare la proposta sperando nella risposta dei colleghi e in un ripensamento dell’Università», continua Bonaventura.

Intanto il sito di riferimento per i futuri carpoolisti è pronto e i promotori della mobilità ecosostenibile, per ora, portano avanti la loro proposta sul web e nei social network. iPhone, Android e Facebook, d’altronde, sono indicati come gli strumenti più adatti per organizzare gli spostamenti. Ma dove non arriva l’appoggio dell’Università, basterà la tecnologia?

[Foto di micro Car pooling

Federica Motta

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