Palermo: sconfitta e fischi meritati

Una Roma inguardabile riesce a battere con il minimo scarto un Palermo disarmante e disarmato. Poche le sufficienze per ambedue le squadre in una serata fredda per le latitudini siciliane e triste per i colori rosanero. Hanno avuto ragione i tifosi che sono rimasti a casa per evitare vento, pioggia e sconfitta. Solo 16500 tifosi sono accorsi, armati d’impermeabile e ombrello, per un incontro che vede forse il peggior Palermo in casa da inizio stagione, fatta eccezione per la batosta di sabato scorso con il Milan (ma solo per la modestia dell’avversario di ieri).

La Roma ieri al Barbera è stata irriconoscibile, anche rispetto al 3 – 1 beccato lo scorso anno dal Palermo. Eppure ha vinto, complice l’ennesimo errore marchiano di un Munoz ormai diventato il bersaglio dell’ironia e degli sberleffi amari delle curve. Anche ieri c’è stato l’abituale errore capitale del difensore rosanero, ampiamente contestato ed a ragione. Dopo appena tre minuti, scambia Lamela per un compagno e gli porge con gentilezza la palla non lontano dall’area rosanero. Il romanista ringrazia e fa passare impietosamente la sfera di cuoio proprio sotto le gambe aperte dello stesso Munoz, in direzione di Borini che accorre in area e non fallisce a tu per tu con Viviano.
Pronti, via, già 0 – 1. E così rimarrà fino alla fine. Munoz fa una figura da giocatore di serie D capitato per caso in massima serie. E non è la prima volta: si tratta della continuazione di una serie senza fine di topiche e dimostrazioni di inadeguatezza tecnica, caratteriale e tattica dell’argentino ormai considerato dai tifosi palermitani come uno dei maggiori “pacchi” della lunga serie capitata, purtroppo, in casacca rosanero. Eppure c’è disponibile Milanovic, ex Locomotiv Mosca, e che gioca nella nazionale under 21 della Serbia, mentre Munoz al momento non lo prenderebbero nemmeno nella nazionale di Malta.
Il Palermo continua a pagare a caro prezzo l’assenza di Silvestre al centro della difesa, che non può essere rimpiazzato da Migliaccio, ko per influenza, e deve fare riscorso allo sciagurato argentino di cui sopra insieme al collaudato ma non brillante Mantovani. Torna Balzaretti a sinistra e Pisano si può piazzare nel suo ruolo naturale di laterale difensivo destro. A centrocampo, Mutti preferisce l’arcigno Acquah a Bertolo, forse perché più abile a coprire, e quindi più utile, viste le difficoltà di mettere i n piedi una coppia centrale difensiva di livello. La sorpresa è sulla tre-quarti: a servizio della coppia d’attacco Miccoli-Budan entra in campo a dal primo minuto l’israeliano Zahavi, preferito al talentuoso ma altalenante Ilicic che è in panca insieme a Tzorvas, Milanovic, Della Rocca, Bertolo, Vazquez e Hernandez.
La Roma può schierare Totti, ma ha molte assenze importanti in tutti i reparti. Poco male, visto che Luis Enrique usa cambiare formazioni come cravatte: una diversa per ogni giornata, o quasi. In avanti c’è il nuovo gioiello Borini (con quello di ieri, sette gol nelle ultime otto partite) insieme a Lamela, supportati dal “Capitano”. A centrocampo i giallorossi si presentano in tre e per giunta con due “registi”: De Rossi, che si piazza davanti alla difesa, e Gago . Greco va coprire l’altra fascia. Difesa a quattro con l’ex rosanero Kjaer e Heinze al centro, Rosi a destra e José Angel a sinistra. Il rumeno Lobont è tra i pali a causa della squalifica rimediata da Stekelemburg nel derby con la Lazio. Indisponibili per vari motivi anche Juan, Cassetti , Burdisso, Perrotta, Taddei, Pjanic; mentre Osvaldo e Bojan vanno in panchina insieme all’altro ex Simplicio, Marquinho, Cicinho, e i primavera Piscitella e Ricci oltre a al terzo portiere Curci.
Dopo l’inaspettato regalo di Munoz, la Roma sembra una fiat anni ‘70 dal carburatore ingolfato: solo Lamela brilla nel grigiore generale, grazie anche alla pochezza che ha di fronte: dopo pochi minuti scarta ancora Munoz in maniera irriverente ma Viviano ci mette una pezza.
Poi Eupalla guarda con commiserazione dall’alto, insieme all’incolpevole Santa Rosalia, le due squadre meno in forma del campionato sbagliare a ripetizione a centrocampo. Scorrono interminabili i minuti di umida noia a cielo aperto. Poche le occasioni da gol nel primo tempo dall’una e dall’altra parte, con tiri fuori bersaglio e cross fuori-misura che diventano involontarie conclusioni senza alcuna speranza di trasformarsi in gol, ed ancora tiri che si perdono nei “popolari” ed errori su errori in facili passaggi di centro campo. Solo alla fine della prima parte della gara il Palermo sembra svegliarsi. Ma in tutto produce un forte tiro di contro-balzo di Mantovani, deviato da Lobont, e un altro di Zahavi anch’esso sventato dal l’estremo difensore capitolino.
Si va al riposo con la speranza che si possa ritrovare il pareggio, visto che gli ultimi minuti del primo tempo sono tutti di marca rosanero, sia pure con poca convinzione.
Dopo avere regalato quasi un tempo agli avversari, il Palermo torna in campo con una mossa tattica di Mutti: entrano Hernandez ed Ilicic al posto di Budan e Zahavi, il quale non aveva demeritato. Il pubblico avrebbe voluto che Munoz fosse mandato fuori e in curva e c’è chi si volta dall’altra parte ogni volta che tocca palla: per non vedere cosa combina.
La Roma dal canto suo mira già a perdere tempo. Lobont ci mette quasi cinque minuti a battere una rimessa e si merita il cartellino giallo, che Banti è praticamente costretto a uscire dal taschino. Il Palermo comunque non combina nulla tranne un tiro di Ilicic parato in due tempi da Lobont. Anzi, prima si fa più pericolosa la Roma con Totti che tira malamente su Viviano e con Lamela che spaventa ancora il pubblico di casa grazie ad una lunga discesa: ha il tempo di puntare Munoz che per fortuna non rischia l’intervento e riesce a portarlo in posizione più defilata senza provare togliergli la palla. Il tiro del giovane talento romanista non ha risultato e finisce ancora sull’esterno della rete. Si vede di nuovo il Palermo con un tiro pretenzioso di Donati, alto. Quindi una bella serpentina con tiro di Borini che illude: i tifosi romanisti nel settore-ospiti gridano al gol, invece è sull’esterno della rete
Al 24’ la partita potrebbe cambiare: lancio lungo di Viviano direttamente su Hernandez a trenta metri dalla porta, con difesa altissima della Roma. Heinze travolge l’uruguagio rosanero da ultimo uomo ed in maniera scomposta. Banti ci mette una pezza non uscendo il cartellino rosso sacrosanto e dando solo il giallo. Sugli sviluppi della punizione, cross di Pisano e Lobont esce perdendo palla, ma poi si guadagna ancora la pagnotta respingendo il tiro a botta sicura di Miccoli.
Al 35’ escono Lamela e Greco per Bojan e Simplicio. L’ultimo quarto d’ora è un forcing sterile del Palermo con una bella botta di Munoz che al 39’ del secondo tempo tenta di farsi perdonare i propri errori sugli sviluppi di un calcio d’angolo . Lobont vola alla deviazione. In pieno recupero un tiro di Vasquez (entrato al posto di Acquah al 42’) è salvato sulla linea, un’altra mischia in area giallorossa non viene risolta con il gol e infine ultimo tiro di Mantovani che si perde fuori bersaglio come le ultime speranze di pareggiare.
I rosanero escono sotto una pioggia di fischi, forse la prima di questa entità da quando è tornato a giocare in serie A. Ma i motivi delle tre sconfitte consecutive non sono ricercare solo nella poca forma della squadra: si continuano a pagare a caro prezzo le incredibili decisioni del mercato di Gennaio, nel quale non solo non si è rinforzata una difesa chiaramente insufficiente, ma la si è pure peggiorata tenendo un giocatore penalizzante come Munoz e mandando via inspiegabilmente Cetto che pur non brillando era comunque una riserva più affidabile. Ieri l’ex-Tolosa d’esperienza ci sarebbe voluto come il pane: sarebbe stato almeno zero a zero. La panchina di Mutti traballa lo stesso, anche se non ha grandi colpe, tranne quella di volere insistere su Munoz e non provare altri giocatori in difesa come Aguerragaray o Milanovic.
Rimane l’amara constatazione che una squadra con un numero incredibile di riserve a centro campo ma priva di ricambi credibili in difesa e con tutti gli attaccanti proni ad infortuni (oltre ad essere “contati”), può puntare solo alla salvezza. Ed anche quella, la si deve ancora conquistare. Domenica si va a Lecce senza Miccoli che, diffidato, si è fatto ammonire (”apposta” per non giocare contro la sua squadra del cuore, secondo i tifosi), e senza Barreto e Pisano anche loro squalificati per ammonizione su diffida.
L’arbitro Banti riesce nel difficile compito di sbagliare anche una partita facilissima da arbitrare: non estrae il rosso a Heinze quando abbatte Hernandez che s’involava solo verso la porta giallorossa; considera l’intervento “in gamba tesa” o “pericoloso” solo quando commesso dai rosanero e mai quando il fallo è eseguito dai giallorossi; distribuisce cartellini gratuiti qua e la ai rosa per falli ne’ cattivi e ne’ pericolosi, salvo poi a non applicare il regolamento nel caso di Heinze; ripropone la sua bassa capacità del visus oculare in un paio di falli netti non sanzionati dall’una e dall’altra parte.

TABELLINO
Palermo-Roma 0-1 (0-1)
PALERMO: (4-3-1-2) Viviano 6, Pisano 5,5, Munoz 4, Mantovani 5,5, Balzaretti 5.5, Acquah 5,5 (dal 42′ st Vasquez sv), Donati 5, Barreto 5,5, Zahavi 6 (dal 1′ st Ilicic 5,5), Budan 5 (dal 1′ st Hernandez 5,5) , Miccoli 6. (33 Tzorvas, 15 Milanovic, 7 Della Rocca, 14 Bertolo). All.: Mutti 5
ROMA (4-3-3): Lobont 6, Rosi 5,5, Kjaer 6, Heinze 4,5, Josè Angel 5, Gago 5,5 (dal 42′ st Simplicio sv), De Rossi 6, Greco 5,5 (dal 34′ st Marquinho sv), Borini 6,5, Totti 5,5, Lamela 6,5 (dal 35′ st Bojan sv). (18 Curci, 25 M. Ricci, 2 Cicinho, 40 Piscitella). All.: Luis Enrique 5,5.
Arbitro: Banti di Livorno 4,5.
Reti: nel pt al 3′ Borini.
Recupero: 2′ e 4′.
Angoli: 7-4 per il Palermo.
Ammoniti: Barreto, Pisano, Munoz, Heinze per gioco falloso; Lobont per comportamento non regolamentare; Miccoli per proteste.
Espulsi: nessuno.
Spettatori: 16.451 per un incasso di 235.335 euro

Gabriele Bonafede

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