Palermo, Rino Foschi spiega l’esonero di Stellone e l’arrivo di Rossi «Brutti risultati con le piccole, fortunato che Delio fosse a casa»

Nel corso della conferenza stampa di presentazione di Delio Rossi, nuovo tecnico del Palermo, anche il presidente rosanero, Rino Foschi, ha voluto dire la sua. Innanzitutto sulla scelta, situazione per la quale non si tira indietro sulle proprie responsabilità: «Cambiare allenatore a poche giornate dalla fine – spiega Foschi – non mi piace. Avevamo fatto due vittorie bellissime, mentre il pareggio l’ho digerito male e mi ha fatto fare questa scelta, anche per i ricordi del passato. Personalmente mi voglio addossare questo merito o questa colpa. Sapevo che c’era mister Rossi a casa e l’ho voluto chiamare. Lui pensava che io scherzassi e poi ci siamo accordati». Nessuna voglia invece di parlare di questioni societarie: «Oggi sono qui per presentare Rossi. Per la parte amministrativa e societaria ci sono gli avvocati e se ne occupano loro».

Il presidente torna così sulle motivazioni che lo hanno portato a propendere per l’allontanamento di Stellone: «L’esonero è stata una somma di risultati negativi con le piccole squadre. Sono stato molto amareggiato. La partita più importante era quella col Padova, che somigliava a quella con la Salernitana. Gli abbiamo fatto fare quello che volevano, al momento del rigore ero già teso e con la testa da un’altra parte, avevo già in mente di esonerarlo. Sono sceso negli spogliatoi, una parola tira l’altra e ho preso questa decisione». Decisione che però è la somma di quanto fatto in partite abbordabili e sulla carta più semplici dei confronti contro le dirette avversarie. «Con le piccole – ribadisce il presidente – abbiamo sbagliato, c’era anche la paura che le cose andassero come l’anno scorso (gli ultimi due pareggi interni contro Cesena e Bari costarono ai rosa la promozione diretta, ndr). E la paura mi ha fatto prendere questa decisione. Stimo molto Rossi, come uomo e come allenatore. Stimo anche Stellone, ma purtroppo è andata a finire male. Riconosco al mister che abbia fatto la classifica e anche delle buone partite».

All’ennesima domanda sullo stato delle trattative per la cessione del club, Foschi tuona: «Ho sempre isolato la squadra, oggi presentiamo Rossi che qui è un mito. Chiedo a tutti di stringersi attorno alla squadra». E dunque si torna a parlare di questioni di campo, con i rosa in piena corsa per la promozione: «Il Palermo vuole sicuramente andare in serie A. La serie A è più importante per il Palermo che per il Lecce. Sul cambio di allenatore non voglio complimenti, ho avuto la fortuna che Rossi fosse a casa. Non è che Rossi ha l’obbligo di vincere quattro partite. Io so come siamo partiti la scorsa estate. Sono state fatte diverse cose, adesso siamo in corsa per i primi due posti, sembra quasi che se non vinciamo quattro partite abbiamo fallito. Deve chiaramente fare il massimo». Eppure in città c’è un certo scetticismo, soprattutto se non si riuscisse a centrare uno dei primi due posti in classifica: «L’anno scorso si sono persi i play off e forse c’è un po’ di paura. Però in partenza se pensavamo di fare i play off eravamo contenti, considerando tutto quello che è successo».

Le ultime indiscrezioni, parlano di un sorpasso di Arkus Network sulla York Capital per aggiudicarsi la società. E alla fine Foschi si lascia sfuggire qualcosa, ma senza sbilanciarsi: «Non ho mai parlato con loro, ci parlano gli avvocati. Ho già staccato la spina da questo punto di vista da 48 ore. Sono sicuro che c’è fretta di chiudere. C’è sempre qualcuno che mette in mezzo Zamparini, ma Zamparini non c’è più. Lui è già fortunato che gli abbia salvato la brutta cessione della società. Sto leggendo delle notizie che sono un po’ improvvisate e non del tutto veritiere. E sono sicuro che c’è un motivo ben preciso». Il presidente infine ribadisce con orgoglio quello che fin qui è stato il suo lavoro: «Io sono qui per fare la parte tecnica. Faccio da presidente e da direttore sportivo. Sono molto interessato alla parte societaria, ma per quella ci sono gli avvocati. Palermo è la quinta città d’Italia, sapete tutti come è stata venduta la squadra. York Capital è un grande gruppo con delle potenzialità. Non è semplice oggi aggiudicarsi il Palermo, tutti conosciamo le vicende societarie e sappiamo dove si trova l’ex presidente. Poi ci vogliono garanzie che io e la De Angeli non possiamo dare».

Luca Di Noto

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