«Allenare una squadra come il Palermo per un allenatore siciliano è una cosa molto importante. Le responsabilità sono tante ma ci impegneremo al massimo anche con l’appoggio della società. Cercheremo di costruire una squadra che possa dare alla città le soddisfazioni che merita». Si presenta così Pasquale Marino, neo tecnico del Palermo, intervenuto oggi in sala stampa nella consueta conferenza di presentazione. Il tecnico marsalese, individuato dal direttore generale Fabrizio Lucchesi, si è legato al club di viale del Fante per i prossimi due anni. «Per iniziare un percorso e un ciclo nuovo – prosegue l’allenatore – bisogna programmare una struttura che possa durare nel tempo. Dobbiamo pianificare alcune situazioni con le dinamiche che impone il calcio. Vogliamo creare, ribadisco, un gruppo di giocatori che possa dare soddisfazioni. Ci piacerebbe che il pubblico tornasse a casa divertendosi e ci si diverte soprattutto quando si vince». Non si parla di obiettivi, ma chiaramente i tifosi vogliono sapere quali saranno le ambizioni della squadra di qui in avanti: «Penso sia normale che l’obiettivo per una città come Palermo è quello di fare una squadra competitiva. È comunque presto per fare delle valutazioni, ma l’ambizione certamente c’è. Ho pensato che se degli imprenditori investono in questo progetto, significa che hanno le idee chiare per ciò che vogliono realizzare».
Il nuovo mister rosanero spiega anche come è nata la trattativa che si è chiusa nel giro di pochi giorni: «A Lucchesi ho fatto assaggiare il cous cous che a Marsala fanno molto bene. Lui ha gradito e ognuno si gioca le sue carte per ottenere i propri obiettivi (ride,ndr). Scherzi a parte, sicuramente ci sono tanti giocatori in scadenza e qualcuno che andrà via. Bisognerà lavorare in sintonia per raggiungere gli obiettivi che siano adatti al Palermo. La maglia del Palermo in questa categoria pesa più di alcune altre. È importante la personalità di chi arriva al Palermo». Bisogna ancora programmare il ritiro precampionato in vista della prossima stagione, in tal senso servirà costruire la squadra: «Dovremo arrivare all’inizio del ritiro con una rosa non dico completa, ma almeno a buon punto». E Marino svela che già in passato era stato vicino al club di viale del Fante, ma il matrimonio non si è mai consumato fino a oggi: «Tante volte sono stato accostato al Palermo, addirittura una volta da calciatore sono stato accostato ai rosa, quando in rosa c’era De Biasi e io ero all’Akragas. Poi è svanito tutto perché il presidente è stato ucciso, Parisi se non ricordo male. L’interessamento c’è stato anche altre volte ma non si era mai concretizzato».
Per il tecnico classe ’62 si tratta di un ritorno in Sicilia, terra a cui è legatissimo: «Amo la Sicilia e anche mia moglie è di Marsala. La mia famiglia è contenta di questo mio nuovo incarico. Allenare una squadra siciliana per un siciliano è il massimo. Oggi è il giorno più bello perché in fase di presentazione non si vince e non si perde». Da valutare ci sarà anche la situazione relativa ai calciatori, alcuni dei quali in scadenza e altri in procinto di andare via: «Ci sono già alcuni giocatori svincolati. I giocatori vanno sostituiti bene. In questo momento non possiamo conoscere proposte o richieste che arrivano per i giocatori. La proprietà ha un budget nel quale dobbiamo cercare di rientrare, pur sempre costruendo un organico competitivo. Poi se i calciatori non avranno le proposte giuste, allora resteranno a Palermo». Marino è reduce dall’esperienza con la panchina dello Spezia, con cui ha raggiunto i playoff per poi essere eliminato ai preliminari dal Cittadella: «Non c’era più sintonia e ho preferito non rinnovare. Quindi ero libero di accettare una proposta che mi interessa. È chiaro che più sono le ambizioni, più sono i rischi. A me però i rischi piacciono. Se uno ha paura di queste cose, allora è meglio cambiare mestiere». E a quelli che saranno i giocatori che indosseranno la maglia rosanero, il tecnico fa già un monito: «Le partite non si vincono perché si indossa la maglia del Palermo, ma bisogna comunque dare l’anima. E dove non arrivi con le capacità tecniche devi arrivare col cuore».
Da qui, dunque, una promessa ai tifosi. «I tifosi – prosegue ancora Marino – hanno bisogno di vedere la squadra giocare bene e lottare. In questo modo si possono ottenere i risultati, perché certamente al Palermo la serie B sta stretta. Speriamo che in futuro non si parli di altro che non sia il campo». Nessuna promessa però in termini di ambizioni di classifica: «Al momento è presto per fare delle valutazioni, ma sicuramente l’ambizione mia e della società è quella di fare una cavalcata importante. La stessa voglia che abbiamo noi la dobbiamo trasmettere ai ragazzi che avremo in rosa». Il suo marchio di fabbrica è quasi sempre stato il 4-3-3, ciò che conta però è la mentalità: «La mia idea di calcio è sempre la stessa, un calcio propositivo che non dipende dai numeri. A Frosinone avevo due giocatori che sapevano giocare vicini. Analizzeremo tutto l’organico, ma dobbiamo capire anche la voglia di chi rimane e se questi hanno le caratteristiche adatte». E in termini di spettacolo, il tecnico alla fine fa una precisazione: «Credo sia normale che uno giochi sempre per vincere, magari a volte ci rubano delle idee. Ho sempre detto che preferisco un 4-4 a uno 0-0, perché il calcio per me è spettacolo. Non devo cercare di non far giocare gli avversari, ma devo trovare i punti deboli dei sistemi di gioco per fargli male. Come mentalità non ho mai affrontato un avversario pensando di non fare giocare gli altri. E il possesso palla – conclude infine Marino – non deve essere fine a se stesso».
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