Palermo, giudice sportivo respinge il reclamo dei rosa Omologata vittoria del Frosinone, niente 0-3 a tavolino

Niente da fare per il Palermo. La società rosanero, in data 17 giugno alle 11,47, aveva prontamente presentato reclamo a mezzo pec chiedendo la sconfitta a tavolino per il Frosinone (o comunque la non omologazione del risultato ed eventualmente la ripetizione del match) relativamente alla gara di ritorno della finale play off, condizionata da episodi antisportivi e che stanno facendo discutere ancora a distanza di giorni. Il giudice sportivo si è pronunciato quest’oggi e, dopo aver valutato l’attendibilità del reclamo, acquisita la documentazione (referto di arbitro, assistenti, arbitro addizionale, quarto uomo e relazione dei collaboratori della Procura Federale), letta la memoria difensiva del Frosinone ha dichiarato «non ammissibile la richiesta di acquisizione di immagini televisive, atteso che non sono rappresentati fatti che non siano stati visti dall’Arbitro, per come richiesto dall’art. 35 C.G.S e che, comunque, le condotte lamentate non configurano nessuna delle ipotesi di condotte gravemente antisportive». Il Palermo, da parte sua, lamenta il lancio di palloni in campo da parte di tesserati ciociari, l’invasione di campo da parte dei tifosi gialloblu con conseguente conclusione della partita e altri episodi arbitrali che avrebbero gravemente compromesso il risultato finale.

E il referto arbitrale non ha per nulla aiutato il Palermo, anche se molti appassionati e tifosi potranno sentirsi presi in giro. Questo quanto scritto dall’arbitro La Penna nel supplemento richiesto dal Giudice Sportivo per quanto riguarda il lancio di palloni in campo: «in occasione del primo lancio di tre palloni all’interno del terreno di gioco, non appena ho ricevuto via auricolare la segnalazione dei miei assistenti, ho provveduto ad interrompere l’azione con il pallone in possesso del Palermo in prossimità della linea laterale occupata dall’assistente arbitrale n. 2 a circa 20 metri dal centrocampo. Riprendevo pertanto il gioco da tale punto. In merito al successivo lancio di un altro pallone dal settore occupato dai tifosi del Frosinone, preciso che non ho provveduto ad interrompere il gioco in quanto lo stesso giungeva in una zona centrale del campo senza creare interferenza con lo sviluppo dell’azione di attacco del Palermo che si concludeva con la fuoriuscita del pallone dalla linea di porta avversaria». Si è anche discusso a lungo sul triplice fischio finale che nessuno ha sentito e che potrebbe essere non arrivato. Ipotesi, anche questa, smentita dallo stesso arbitro: «al termine della gara dopo il triplice fischio io e i componenti della mia sistina venivamo costretti a raggiungere di corsa gli spogliatoi in quanto si riversavano all’interno del terreno di gioco centinaia di tifosi locali, i quali erano intenti a festeggiare».

Di conseguenza, il Giudice Sportivo «considerato, pertanto, che i fatti accaduti nel corso della gara non configurano violazioni tali da determinare la perdita della gara per 0-3, la non omologazione e/o l’annullamento del risultato e/o la ripetizione della gara, rigetta il reclamo della Soc. Palermo». Il Frosinone, dal canto suo, è stato sanzionato con un’ammenda 25.000 euro e due giornate da disputare a porte chiuse. Multa di 10.000 euro (senza squalifica) anche per Maiello, il giocatore che ha lanciato il pallone in campo. Comminate inoltre due giornate di squalifica a Dawidowicz per espressioni ingiuriose rivolte a un assistente e una giornata per Aleesami, Jajalo e Dionisi. A questo punto la “guerra” tra le due società sembra destinata a continuare. Si attende la contromossa rosanero che, molto probabilmente, ricorrerà in Appello. E le prossime settimane si preannunciano incandescenti.

Luca Di Noto

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