Palermo-Bari, il doppio ex Jimmy Fontana neutrale «Vorrei vedere entrambe le squadre in serie A»

«Mi piacerebbe vedere entrambe le squadre in serie A, questa è una premessa doverosa. Entrambe le città, come piazza e come pubblico, meriterebbero la massima categoria». Non ha dubbi Alberto Fontana, detto Jimmy, nel presentare a MeridioNews la sfida di questa sera tra Palermo e Bari, due squadre che sono state tra le tappe più importanti della sua carriera da portiere, terminata proprio in Sicilia nel 2009. «Ho un ricordo bellissimo di entrambe le piazze. Sono arrivato a Bari, una grande città, venendo dalla provincia. È una città che vive di calcio con un seguito importante. Certe cose, come aver stravinto un campionato e fatto bene in A te le gusti ancora di più dopo. Palermo è stata la mia chiusura, in una città in cui dovevo arrivare da tanto tempo. Foschi cercava di portarmi lì da anni, ma il mercato non sempre ti consente di andare. C’era un gruppo fenomenale, con dei punti di riferimento importanti come Eugenio e Giovanni (Corini e Tedesco, ndr), ti rendi conto che le cose son fatte bene». Il rimpianto della sua esperienza siciliana, però, resta uno: «Il gruppo ti consente di ambientarti subito, c’era una rosa importante. Non avremmo potuto vincere lo scudetto, ma senza l’infortunio di Amauri, in un anno in cui le cose giravano bene, avremmo conquistato la qualificazione in Champions League».

«Si affronteranno due ottime squadre – prosegue Fontana spostando l’attenzione sulla partita –, dove probabilmente l’equilibrio potrà essere spezzato anche dalla giocata del singolo. Il Palermo deve ambire alla promozione diretta e una vittoria questa sera sarebbe importante. Invece per il Bari un colpo esterno potrebbe dare entusiasmo per la volata finale, anche se credo che a giocarsela per la promozione diretta restino tre squadre (Palermo, Parma e Frosinone, ndr)». Nell’ultimo turno, la sconfitta a Venezia sembrava aver tagliato fuori i rosa dalla corsa al salto di categoria diretto, poi anche Parma e Frosinone hanno perso: «Credo che ad andare su sarà una di queste, ma la B non mi stupisce perché la partita facile non esiste. La differenza di valori non è così abissale come in serie A. È un campionato bello proprio per questo, non c’è nulla di scontato. L’ultima sconfitta al Palermo non ha cambiato niente sulla carta e adesso i siciliani hanno una grande occasione, ma non sarà facile». E a proposito del match del Barbera, Fontana guarderà la gara: «Vedrò volentieri la partita. Non mi piace fare l’ipocrita, sarò seriamente combattuto perché sono due piazze dove sono stato veramente bene e in cui ho dei ricordi stupendi. Mi piacerebbe centrassero entrambe l’obiettivo, perché è giusto che delle piazze così arrivino in A. Forse sarò neutrale e vorrei un pareggio, ma mi rendo conto che non sarebbe un risultato utile a nessuna delle due. Mi auguro che entrambe taglino il traguardo».

Se in termini di classifica non è cambiato niente, il cambio è però arrivato alla guida tecnica, con Stellone che ha sostituito l’esonerato Tedino: «La proprietà ha la libertà di prendere delle decisioni. A Stellone faccio un grande in bocca al lupo di cuore, perché ha una grande occasione. Sono anche dispiaciuto per Tedino, perché a oggi il Palermo è secondo in classifica e l’unica squadra che quest’anno ha fatto qualcosa di fuori dalla norma è l’Empoli, promosso con largo anticipo. Se Stellone conquistasse un risultato importante stasera sarebbe un inizio che lascia il segno». Fontana ha giocato con Stellone per sei mesi al Napoli, in serie A, nella stagione 2000/01: «Mi ricordo di un giocatore che senza i gravi infortuni avrebbe avuto una carriera molto importante. Gli infortuni purtroppo lo hanno rallentato. Da giocatore ha fatto comunque molto bene e anche da allenatore, pur essendo giovane, ha vinto due campionati a Frosinone, quindi ha già una buona esperienza se consideriamo anche il suo passato a Bari, in una piazza non facile. Ha un’occasione di quelle importanti, spero riesca a sfruttarla».

Da ex portiere, infine, Fontana analizza il dualismo Posavec-Pomini, con quest’ultimo che ormai ha conquistato il posto da titolare. Una cosa simile a quella accaduta a lui, quando si diceva che fosse arrivato a Palermo per fare da chioccia ad Agliardi. «La storia è stata raccontata diversamente – tiene subito a precisare Fontana –, io sono venuto a Palermo sapendo che c’era una società che mi voleva. Ero andato in Champions col Chievo e lì c’era un portiere bravo ma con poca esperienza. Non ero venuto a Palermo per fare la chioccia». Sull’attuale dualismo invece questo è il suo pensiero: «Io trovo che Posavec sia un ragazzo con ottime qualità. Il calcio italiano non ti concede sbandamenti perché qui non abbiamo pazienza come in altri campionati. Bravo chi ha preso Pomini, perché è un giocatore d’esperienza che sta facendo bene. In settimana, poi, l’allenatore vede tante cose e credo non si faccia mai un dispetto. Se il mister fa una scelta è perché l’ha vista così». L’ex estremo difensore rosanero descrive anche cosa può succedere a livello psicologico in un cambio di gerarchie: «Il portiere è un ruolo delicato, quasi uno sport singolo prestato a uno sport di squadra. Con l’età impari a conoscerti e gestisci meglio certe cose. Posavec non è stato sempre presente per il fatto della Nazionale e questo non l’ha aiutato. Ormai il calcio però impone non di avere un titolare e un dodicesimo, ma un titolare – conclude Fontana – e un altro portiere pronto a subentrare».

Luca Di Noto

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