Pace e giustizia, i valori da globalizzare

La giustizia e la pace sono i valori primari che devono essere “globalizzati” in tutto il mondo. Valori comuni, al di là delle religioni, che devono affermarsi attraverso il dialogo e un approccio laico. E’ questo il messaggio degli arcivescovi di Catania, monsignor Gristina e di Tunisi, monsignor Twail, venuto fuori dall’incontro dibattito con gli studenti universitari che si è svolto nei giorni scorsi nella sala Museyon della residenza Centro.

 

Un incontro – che ha visto protagonisti  i due alti prelati – per focalizzare l’attenzione sui permanenti problemi di dialogo tra le due sponde del Mediterraneo, quella africana e quella siciliana,  e in particolare incentrato sul dialogo tra culture e appartenenze religiose diverse. Un tema scottante, che sarà responsabile della condizione futura del nostro pianeta.

 

Dal dibattito è emerso  che l’onda della globalizzazione vuole diffondere in tutto il mondo dei modelli economici, sociali, culturali-religiosi prettamente occidentali, che scatenano la reazione degli altri paesi, soprattutto musulmani, i quali, dinanzi alla minaccia di perder la propria anima-identità reagiscono sviluppando, purtroppo, anche forme di terrorismo e una cultura integralista che sedimenta sempre più l’ostilità nei confronti del diverso da loro.

 

I due arcivescovi cattolici hanno quindi sottolineato l’urgenza di acquisire nel dialogo un atteggiamento laico che spinga le due parti a coltivare e promuovere quei valori comuni scritti nell’uomo e che vanno al di là delle leggi e dei patti di ciascuno, senza che questo comporti la perdita della propria  identità ed integrità. Questi valori comuni sono sicuramente la giustizia e la pace che vanno “globalizzati” in tutto il mondo.

 

Monsignor Gristina ha anche suggerito, come ricetta per un dialogo migliore, la propensione ad amare se stessi e l’altro per come è non per come vorremmo che fosse.

 

L’incontro alla salal Museyon si insersce nel quadro della promozione del dialogo con i giovani su queste tematiche, portato avanti dai vescovi e dalla Commissione Teologica Internazionale. E’ per questo che l’Ersu, come ha ribadito il presidente Ignazio Maria Marino, si è fatta promotrice dell’incontro, in quanto essa sperimenta quotidianamente e proficuamente la condivisione tra giovani di  culture e religioni, anzitutto islamica e cristiana, in nome della conoscenza, dell’istruzione, della pacifica convivenza.

 

Ovviamente, gli ostacoli da superare sono ancora tanti, e risiedono nei pregiudizi che ogni cultura ha dell’altra, ma incontri come questo testimoniano che c’è la volontà di superarli in nome del valore a cui tutte le culture dovrebbero anelare: la pace.

 

 

 

http://ospitiweb.indire.it/adi/Laicismo/stasi06.htm;

 

http://www.ersu.unict.it/incontro19-01-2005.htm;

 

www.jesuscaritas.191.it/cristislam.pdf

Fabrizio Rubino

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