Orti bio al posto degli agrumeti morti per tristeza «La gente toglie la giacca per prendere la zappa»

Ottanta metri quadrati a disposizione di chiunque voglia realizzare il proprio orto per la coltivazione di verdure e ortaggi biologici. È questo il progetto pensato e messo in atto dall’azienda Orto Bio Catania. «L’idea – spiega a MeridioNews Dario Sagone, che ha ereditato l’impresa dal nonno – è nata come una sorta di rinascita dopo che a causa del virus della Tristeza (una delle più gravi malattie che colpisce gli agrumi, ndr) abbiamo dovuto estirpare gran parte del nostro agrumeto. Quel terreno rimasto vuoto è stato l’input per l’apertura e la condivisione». 

In via Selice, dietro l’ospedale Garibaldi nuovo, a dieci minuti dal centro della città, piccoli lotti di terreno vengono dati in gestione a chiunque voglia sperimentare un ritorno alla terra, la vita da contadino, e mangiare cibo sano. «Abbiamo soprattutto degli utenti molto giovani, ma anche pensionati e famiglie con bambini», afferma Dario che, insieme ad altri esperti del settore, fornisce anche l’assistenza per chi si approccia all’ambito agreste per la prima volta. 

Una cinquantina di persone si è già sporcato le mani nella terra. «Insegniamo alle persone a prendersi cura di quello che cominciano a sentire come il proprio appezzamento di terreno in cui coltivano l’orto, spieghiamo come mettere le piantine nei solchi, a quale distanza, quanta acqua dare ai diversi tipi di ortaggi – dice il giovane – mentre noi ci limitiamo solo a fare le cose più tecniche, come l’aratura e la concimazione». Poca teoria, subito messa in pratica con una sola regola fissa: seguire rigorosamente la stagionalità dei prodotti

«Abbiamo iniziato ad aprile con pomodori, melanzane, zucchine, lattughe e cipolle. Adesso stiamo andando avanti con broccoli, cavolfiori e finocchi», racconta Dario. Tutto in campo aperto, niente serre e niente forzature. «Seguiamo la stagione passo dopo passo – dice – e ci lasciamo sorprendere dalle meraviglie dei frutti della natura». Con un piccolo contributo mensile da dare per l’affitto del terreno, l’azienda mette a disposizione anche il grosso delle attrezzature necessarie. 

Medici, avvocati, professionisti «che non vedono l’ora di togliersi la giacca e prendere la zappa» sorride Dario per spiegare che quella dell’orto sembra essere una passione trasversale. «La cosa però che mi dà più soddisfazione è quando sento che i bambini, che spesso scartano le verdure dal piatto, adesso che hanno visto le piantine nascere, le hanno annaffiate e se ne sono presi cura, le portano a casa e mangiano ogni tipo di ortaggio più che volentieri».

Marta Silvestre

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