Ex Italcementi, in bilico il futuro di 100 operai Incontro con Regione: «Subito tavolo tecnico»

«Durante l’incontro con la Regione, abbiamo chiesto una proroga per garantire l’attività estrattiva del polo palermitano. Ci hanno assicurato che faranno il possibile e ci siamo lasciati con la promessa che a breve si insedierà un tavolo tecnico rivolto all’individuazione di soluzioni per il rilancio dell’intero settore nell’Isola». A rivelarlo è il segretario regionale Fillea Franco Tarantino, a seguito dell’incontro che si è tenuto ieri a Palazzo d’Orleans, a Palermo, per affrontare i nodi legati al futuro dello stabilimento ex Italcementi a Carini, e dell’intero comparto siciliano. I sindacati, infatti, temono per i cento operai palermitani, ormai da mesi in cassa integrazione, dopo l’acquisizione da parte della società tedesca Heidelberg. Per le organizzazioni dei lavoratori, l’azienda avrebbe tutta l’intenzione di chiudere i centri produttivi periferici, dove costerebbe molto più produrre che importare, coerentemente con «il processo di acquisizione avviato per eliminare i concorrenti».

Un rischio che riguarda anche un altro centro produttivo acquisito dal colosso teutonico in Sicilia, il sito di Porto Empedocle. A rendere ancora più complicato il quadro, la scadenza a breve  – a marzo 2018 – dell’autorizzazione estrattativa per l’azienda palermitana. Non si tratta, tuttavia, di un caso isolato: la crisi che ha colpito il comparto nel Paese ha radici lontane, con effetti non indifferenti sui livelli produttivi. Le paure riguardano un po’ tutta Italia: in meno di dieci anni, per la precisione dal 2008 al 2016, si è passati da 47 milioni di tonnellate di produzione a 19 milioni mentre, in Sicilia, la produzione di cemento si è ridotta da 3,9 a 1,3 tonnellate. In pratica, quasi un quarto in meno mentre, parallelamente, sono aumentate le importazioni, soprattutto dall’Africa. 

Tutti temi posti al centro del confronto con la Regione – presenti, oltre ai tre segretari regionali di Fillea, Filca e Feneal, il capo di gabinetto dell’assessore regionale alle Infrastrutture e mobilità Marco Falcone, e il dirigente generale dell’assessorato Fulvio Bellomo – assieme alla richiesta di affrontare, da parte del nuovo governo appena insediatosi, alcuni temi nevralgici: la valorizzazione del prodotto siciliano, l’accelerazione sulla spesa per le infrastrutture, e la possibilità di utilizzare una parte di rifiuti opportunamente trattati (Css – combustibile solido secondario) come combustibile all’interno delle cementerie. «Durante la riunione abbiamo posto l’attenzione sulle difficoltà che stanno attraversando il settore delle cementerie siciliane – ha proseguito Tarantino -, affrontando la questione in generale e, nello specifico, abbiamo sollevato il caso dello stabilimento palermitano per il quale abbiamo chiesto una proroga e ci è stato assicurato che faranno il possibile». 

Inoltre, sono state date ampie rassicurazioni sul rilancio a breve dei lavori per la rigenerazione urbana che, seppure di modesta entità economica, potrebbero ridare nell’immediato una boccata d’ossigeno al settore, in attesa che si sblocchino le grandi opere come il raddoppio ferroviario Oiastrillo-Castelbuono e la Ragusa-Catania. I sindacati hanno chiesto un’attenzione speciale da parte del governo, e la richiesta di un gruppo di lavoro ad hoc: «Ci hanno assicurato che la nostra proposta di un tavolo tecnico allargato a tutti gli assessorati interessati (Attività produttive, Infrastrutture, Energia e Territorio e ambiente) verrà realizzata al più presto. L’idea è di coinvolgere tutti gli attori e le aziende, non solo Heidelberg, ma anche gli altri siti produttivi nell’Isola. Non è la soluzione – ha concluso -, ma quando il volano si mette in moto, lentamente avvia tutta la macchina». 

Antonio Mercurio

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