Il gip Alessandro Ricciardolo ha rigettato la richiesta di incidente probatorio presentata dal legale di Angelo Fabio Matà, figlio di Maria Concetta Velardi, la donna uccisa all’interno del cimitero di Catania lo scorso 7 gennaio. Giuseppe Lipera, difensore di Matà – uno dei tre indagati dalla Procura etnea per l’omicidio – aveva chiesto che «tutte le perizie su tutti i reperti prelevati dal luogo del delitto siano effettuate nelle forme dell’incidente probatorio». Ma il giudice, concordando con gli inquirenti, ha ritenuto che i rilievi effettuati dalla scientifica sono ancora coperti da segreto istruttorio.
L’istanza, assieme alla richiesta di riesumare la salma, è stata presentata a luglio con lo scopo di «fare luce sui segni, verosimilmente graffi, presenti nell’area sacrale destra della vittima che sono stati tralasciati in sede di esame autoptico», sosteneva il difensore.
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