Muos, attesa per l’udienza del Tar Pronto un presidio degli attivisti

Cresce l’attesa per l’udienza del Tar Sicilia, fissata per il 25 novembre, sul Muos di Niscemi, il controverso impianto della marina militare Usa in costruzione nel bel mezzo della Sughereta di Niscemi, in provincia di Caltanissetta, dove già sono attive 48 antenne che da anni emanano indisturbate onde elettromagnetiche nei territori circostanti e sulla testa dei cittadini. Gli attivisti stanno organizzando un presidio per quel giorno davanti al Tribunale amministrativo regionale. Vogliono sentire in tempo reale la decisione dei giudici.  Non è certo, però, che arriverà l’atteso pronunciamento definitivo. Il popolo No Muos teme, infatti, rinvi o cavilli burocratici che potrebbero portare ad un rinvio. 

«Alla luce di tutta la documentazione che abbiamo fornito, il Tar dovrebbe necessariamente pronunciarsi a favore dei ricorsi e contro dunque l’installazione del Muos», dice a Meridionews Rino Strano, medico ed esponente dei No Muos Sicilia, che ha consegnato ai giudici amministrativi una relazione che mostra la relazione tra onde elettromagnetiche e patologie insorte nei cittadini di quell’area. «Temo però – aggiunge il medico – qualche sgambetto, qualche pressione politica di troppo che possa portare i giudici a rinviare ancora la sentenza definitiva». 

A dare il colpo di grazia, almeno in teoria, al Muos di Niscemi, dovrebbe essere stata la relazione firmata da uno degli esperti italiani più accreditati in tema di elettromagnetismo, l’ingegnere Marcello D’Amore, professore emerito di Elettrotecnica dell’Università La Sapienza, incaricato dal Tar di verificare l’attendibilità degli studi sulle criticità sociosanitarie del Muos dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Ispra e dell’Enav, l’Ente nazionale che gestisce e controlla il traffico aereo. Nella relazione, di cui vi abbiamo parlato qui nel dettaglio, non solo si giudicano superficiali tali studi, ma si dice anche chiaramente che di certo non è stato rispettato il principio di precauzione. 

Insomma, al di là della politica che, pur di non dispiacere gli Usa, si è mostrata pronta a credere a qualsiasi studio rassicurante, gli esperti (e non solo D’Amore, ma anche altri eminenti scienziato come il professor Levis e il professor Massimo Zucchetti) sono concordi nel giudicare quell’impianto rischioso non solo per la salute umana, ma anche per il traffico aereo. 

Antonella Sferrazza

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