Olimpiadi, i siciliani si raccontano su Twitter Dall’oro di Avola all’incontro con la regina

«Niente Twitter fino a fine Olimpiadi, proverò a parlare con i fatti». Giorgio Avola ha mantenuto la promessa fatta il 16 luglio sul popolare social network ai suoi follower. Il fiorettista di Modica domenica sera ha conquistato la medaglia d’oro nel fioretto a squadre insieme ad Andrea Baldini, Andrea Cassarà e Valerio Aspromonte. È partito come riserva, ha chiuso da protagonista nella finale vinta contro il Giappone. Poi ieri mattina ha interrotto il silenzio olimpico ed è tornato a twittare dal suo account ufficiale. «Svegliarsi, accendere l’iPhone e rendersi conto che non è stato un sogno meraviglioso». E, per rendere meglio l’idea, ecco la foto della medaglia d’oro ancora appoggiata sul tavolino della camera che lo ha ospitato in queste settimane al villaggio olimpico.

Giorgio Avola, 23 anni, che avevamo incontrato l’anno scorso ai Mondiali di Catania, è la prima e – fino ad ora unica – medaglia siciliana a questa edizione dei giochi olimpici. Quattro anni fa, a Pechino era arrivato un bronzo nella canoa da Antonio Scaduto. Per trovare un altro oro bisogna invece tornare indietro ad Atene 2004, quando la nazionale femminile di pallanuoto, infarcita di siciliane, vinse il titolo olimpico. Erano quindici in totale i siciliani in gara a Londra. Per quattro – Rosario La Mastra, Norma Murabito, Massimo Giacoppo e Giuseppe Angilella – non è ancora finita. Non tutti però, a differenza di Avola, hanno rispettato il cosiddetto silenzio olimpico. Anzi, l’esperienza di Londra 2012 degli atleti isolani ha spesso viaggiato sui social network. Più Twitter che Facebook, a cui sono state affidate emozioni, rabbie, commenti. Si è tifato e postato foto.

A sostenere Avola e gli altri italiani domenica sera c’era Rossella Fiamingo, spadista catanese, che ha preso parte alla gara individuale della spada, uscendo sconfitta ai quarti di finale contro la cinese Sun Yuhie, poi medaglia di bronzo. «Fortissimi!», è stato il suo commento in un tweet per l’impresa del dream team del fioretto. Solo l’ultimo dei cinguettii che hanno accompagnato «il sogno olimpico» di Rossella. Tante foto postate in diretta, da dentro gli eventi: l’emozione della cerimonia di apertura, l’incontro con il velocista statunitense Tyson Gay, in lacrime e fuori dal podio nella finale dei 100 metri vinta da Usain Bolt.

L’Olimpiade non cambia la spontaneità delle giovani atlete siciliane. Per niente ristrette da regolamenti o presunti silenzi, per cui durante i Giochi sarebbe vietato parlare. È il caso di Carlotta Ferlito, 17 anni, tra le più giovani a casa Italia. Pure lei catanese, perfettamente a suo agio nel mondo dei social. Già nel 2011 partecipò ad un docu-reality di Mtv Ginnaste, vite parallele. Forte di quella esperienza, Carlotta ha fatto della sua trasferta londinese un piccolo reality, inviando decine di tweet nei giorni delle sue gare: ginnastica, specialità corpo libero. «Justin Bieber si complimenta con le canadesi e le americane, i Principi vengono a vedere le gare delle inglesi e a noi non ci caga nessuno», scrive l’1 agosto. Poi con l’hashtag #seisiciliana, si lascia andare in dialetto stretto ad un «Parra comu manci», rivolto a chissà chi. Infine pubblica la foto di un prestante collega tedesco in pedana e invita a «trovargli un difetto, perché io non gliene trovo neanche mezzo». Perché, si sa, le Olimpiadi sono un melting pot ed è giusto rendere pubblici certi incontri. La ginnasta catanese ha raggiunto una doppia finale: ventunesima nella gara individuale di corpo libero – quella vinta dalla sedicenne Gabrielle Douglas, prima volta per un’afroamericana con seguito di polemiche a sfondo razzista – e settima nel concorso a squadre.

Paolo Pizzo, 28 anni, oro nella spada ai mondiali di Catania dello scorso anno, stavolta non è andato oltre i quarti di finale. Piccola consolazione: ha perso contro la futura medaglia d’oro, il venezuelano Limardo Gascon. Ma il catanese che ha saputo sconfiggere un tumore al cervello all’età di 13 anni, si è divertito su Facebook a raccontare i suoi giorni al villaggio olimpico e gli incontri speciali. Come quello con la regina Elisabetta, subito fotografata e postata sul social network.

Più silenziosi gli altri siciliani che hanno gareggiato e sono già tornati a casa. Gianluca Maglia, 23 anni, catanese, ha fatto parte della 4×100 stile libero, non riuscendo a qualificarsi per la finale. Sempre nel nuoto, Luca Marin, originario di Vittoria, ha chiuso ottavo nei 400 misti, specialità in cui è salito più volte sul podio ai Mondiali e agli Europei. Le palermitane Simona La Mantia e Anna Incerti non hanno brillato rispettivamente nel salto triplo e nella maratona, mentre quella di Vincenzo Nibali, ciclista messinese, terzo all’ultima edizione del Tour de France, è stata una toccata e fuga a Londra. Deludente il suo piazzamento nella corsa in linea: 101esimo. Un altro giovane siciliano molto coccolato al villaggio olimpico è stato Mirco Scarantino, diciassettenne di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, che ha chiuso 14esimo nella finale del sollevamento pesi, categoria 56 chili. Lui, figlio d’arte, allenato dal papà Giovanni che ha partecipato a tre edizioni dei Giochi Olimpici (Seul 1988, Barcellona 1992 e Atlanta 1996), promette: «Londra è solo il punto di partenza».

Infine i quattro atleti che possono ancora dire la loro. Venerdì sarà il giorno di Rosario La Mastra, velocista catanese alla scuola del prof Filippo Di Mulo, che correrà nella staffetta 4×100, e di Norma Murabito. La ventiquattrenne di Giardini Naxos prenderà parte alla gara di canoa dei mille metri. Si conclude oggi invece la fase eliminatoria della vela, categoria 49er, dove il palermitano Giuseppe Angilella è in lotta per un posto nei primi dieci. Ma le speranze di un’altra medaglia siciliana sono verosimilmente riposte in Massimo Giacoppo, il ventinovenne difensore della nazionale di pallanuoto, originario di Messina. Il Settebello ieri ha affrontato e battuto la Spagna nel quinto incontro della fase eliminatoria.

Salvo Catalano

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