Una squadra che aveva tutto da perdere e un’altra con tutto da guadagnare. La finale Usa-Italia di pallanuoto femminile, alle Olimpiadi di Rio 2016, è stata una sfida piena di tensione: vissuta con intensità dalle statunitensi e con grande voglia di dimostrarsi all’altezza da parte delle italiane. Il Setterosa si aggiudica una medaglia d’argento che va oltre le previsioni migliori e che riporta la formazione nostrana ai vertici della pallanuoto mondiale. E, oggi come all’inizio degli anni 2000, a festeggiare sul podio c’è un po’ di Catania.
I sorrisi di Rosaria Aiello e Tania Di Mario, che segna il quinto gol col quale chiude la carriera, con l’argento al collo segnano una festa per il capoluogo etneo. La prima, catanese, è centrovasca della Waterpolo Messina e della Nazionale. La seconda, capitana della squadra azzurra, è catanese solo d’adozione: nata a Roma, infatti, gioca ormai da vent’anni per l’Orizzonte Catania. Entrambe hanno dato il massimo nel corso di una partita che si è decisa forse al fischio d’inizio: il primo gol è delle statunitensi, seguito di poco dal pareggio delle azzurre, che rompono il ghiaccio pochi secondi dopo il via.
Gli altri tre tempi consolidano il vantaggio degli Usa: al quarto tempo stanno dieci a quattro. E l’Italia deve fare sei gol in sei minuti per riuscire a riprendere le colleghe d’oltreoceano. Un rigore guadagnato dalle statunitensi segna l’ulteriore vantaggio. Al Setterosa, però, toccano anche un palo e qualche attacco sbagliato, ma la metà campo in cui si gioca la partita è quella dell’Italia. Un attacco dopo l’altro, una parata e qualche difesa andata a buon fine. Ma la distanza è troppa. Alle azzurre, però, non importa. È secondo gradino del podio. Non ci salivamo dai tempi dell’oro di Atene 2004.
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