Prosegue il luglio caldo per i rifiuti in provincia di Catania. Nell’area settentrionale la Srr, nel giro di pochi giorni, ha individuato i punti in cui realizzare gli impianti pubblici e concordato le previsioni di massima per le gare d’appalto intecomunali. La Srr Area metropolitana – quella in cui ricade anche il capoluogo etneo – ha rinnovato i propri vertici mercoledì indicando in Francesco Laudani il nuovo presidente del consiglio d’amministrazione. Laudani, che a Pedara è vicesindaco, sarà chiamato ad accelerare la localizzazione degli impianti pubblici, compito che finora si è rivelato arduo al punto da spingere la Regione a nominare un commissario ad acta per affiancare gli enti. La novità più recente però riguarda i privati, quelli che da decenni hanno in mano uno dei settori più delicati.
Sul sito del dipartimento regionale ai Rifiuti ieri è comparso l’avviso dell’avvio della procedura per il riesame dell’Aia di Oikos per la discarica di Valanghe d’inverno. Un passaggio, già annunciato nei mesi scorsi, che arriva dopo quasi dodici mesi di polemiche: dal discusso rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale rilasciato dalla Regione ad agosto dello scorso anno al ricorso al Tar del comitato No discarica, fino alle pesantissime ombre allungatesi sui rapporti intrattenuti in passato dall’imprenditore Mimmo Proto con il funzionario regionale Gianfranco Cannova. Entrambi condannati per corruzione nel processo Terra mia. La pubblicazione dell’avviso è uno dei primi atti prodotti dal dipartimento sotto la guida di Calogero Foti, il nuovo direttore generale che ha preso il posto di Salvo Cocina, a sua volta andato a dirigere la Protezione civile. «Entro trenta giorni dalla data di pubblicazione del presente avviso, i soggetti interessati possono presentare in forma scritta, all’autorità competente, osservazioni sul procedimento in parola», si legge sul sito regionale.
L’attenzione di chi segue con interesse il mondo dei rifiuti – e tra questi ultimamente c’è stata anche la commissione regionale Antimafia – si sposta così su Motta Sant’Anastasia, dopo che gli occhi sono stati puntati su Lentini e sugli affari della Sicula Trasporti. La società dei fratelli Leonardi, travolta dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia che ha portato alla luce l’intreccio di relazioni con funzionari pubblici e uomini vicini ai clan. Nelle ultime settimane, dalla discarica di Grotte San Giorgio – sequestrata e gestita dagli amministratori nominati dal tribunali – è arrivata la richiesta alla Regione di ricevere meno rifiuti. Una necessità motivata con l’esigenza di non stressare le linee di produzione ma anche nella consapevolezza che lo spazio a disposizione per abbancare immondizia è destinato a esaurirsi. Con una previsione di saturazione nella primavera 2021.
Per evitare questo scenario, e chiaramente per continuare a perseguire i propri interessi economici, i Leonardi già da tempo hanno depositato una nuova istanza di ampliamento. Per una capacità di circa 4,5 milioni di metri cubi. Richiesta che aveva allarmato gli ambientalisti ma, che alla luce dell’indagine Mazzetta Sicula, preoccupa ancora di più per le condotte che avrebbero contraddistinto l’operato dei Leonardi. Tuttavia, per il momento, la discussione è stata congelata: la conferenza dei servizi prevista per martedì scorso, che avrebbe dovuto aprire l’iter per la valutazione d’impatto ambientale, è stata rinviata a data da destinarsi. Prima, infatti, dovrà concludersi l’inchiesta interna disposta dalla Regione per la verifica degli atti interni che hanno accompagnato l’attività della società in questi anni.
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