Oggi sarà eseguita l’autopsia sul corpo di Viviana Parisi L’esito è fondamentale per le ricerche del figlio Gioele

Chiarire come è morta Viviana Parisi potrebbe rivelarsi di fondamentale importanza anche per le ricerche del figlio Gioele. L’autopsia sul corpo della dj 43enne – originaria di Torino e residente a Venetico, nel Messinese – trovata morta sabato pomeriggio, dopo cinque giorni dalla scomparsa, nei boschi attorno a Caronia (in provincia di Messina) è in programma per questa mattina nell’obitorio dell’ospedale Papardo di Messina. Potrebbe, però, slittare di alcune ore o anche al pomeriggio. 

All’esame autoptico, disposto dalla procura di Patti che coordina le indagini della squadra mobile della questura di Messina, parteciperà anche una esperta di entomologia forense che arriva dalla Liguria e che, nello specifico, si occupa di larve e insetti. Un elemento che potrebbe essere utile per capire il momento e le cause della morte. Intanto, da più di una settimana del figlio di quattro anni, non si hanno tracce. 

Intanto le ricerche del bambino sono andate avanti con l’utilizzo anche di droni e cani molecolari in tutta l’impervia area boschiva di oltre 400 ettari. «Non avrebbe mai abbandonato Gioele, lo amava», continuano a ripetere agli inquirenti i familiari del marito della donna, Daniele Mondello. Durante il vertice in prefettura di ieri, è stato deciso che le ricerche si estenderanno anche ad altre zone rispetto a quella in cui è stato ritrovato il cadavere irriconoscibile della donna, perché sfigurato dagli animali selvatici. A fare il riconoscimento è stato il marito che, oltre ai vestiti, ha avuto la prova dalla fede nuziale.

La procura ha aperto un’inchiesta sulla morte di Viviana con i reati di omicidio volontario e sequestro di persona. Un tecnicismo che consente di avere maggiore margini di manovra nelle indagini. Al momento, infatti, il fascicolo risulta aperto a carico di ignoti, dunque, non ci sono indagati. Per gli inquirenti, infatti, tutte le piste restano aperte e non ci sono, al momento, ipotesi investigative privilegiate. Un contributo, oltre che dall’esito dell’autopsia, potrebbe arrivare anche dalle testimonianze di familiari, amici e conoscenti che sono stati sentiti e saranno riascoltati. 

Le indagini continuano anche per provare a ricostruire cosa è successo nei 20 minuti di buco che ci sono da momento in cui la donna, insieme al bambino, è uscita di casa dicendo al marito che sarebbe andata in un centro commerciale di Milazzo per comprare delle scarpe per il figlio, a quando l’auto ha avuto un lieve incidente autonomo con un furgone fermo lungo l’autostrada A20 Messina-Palermo. Stando a quanto ricostruito, pare che la donna abbia deviato all’uscita di Sant’Agata di Militello per poi rientrare in autostrada. Le immagini delle telecamere di videosorveglianza visionate finora non hanno mai ripreso mamma e figlio insieme nella cittadina messinese. Intanto gli investigatori stanno continuando ad acquisire altre registrazioni. Finora, inoltre, non ci sono stati testimoni diretti (solo persone che hanno riportato il racconto fatto da altri) che, in prima persona, abbiano visto il bimbo insieme alla madre allontanarsi dopo avere lasciato la macchina.

Marta Silvestre

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