Comune non fa dietrofront, Nitsch sbarca a Palermo L’artista: «Morte e orrore specchio della realtà»

Mostrare «la nascita, la morte e la resurrezione» per mettere in risalto «il processo della creazione» come rappresentazione dell’esistenza. Un processo che per l’artista Herman Nitsch prende forma dal linguaggio dei corpi che «nascono e ritornano alla natura in un processo senza fine», ma anche come specchio «dell’orrore della realtà». Così l’artista austriaco, contestatissimo per il contenuto delle sue opere caratterizzato dall’utilizzo dei corpi squartati di animali, ha risposto ai giornalisti riguardo le polemiche scatenate dalla sua mostra, la “Hermann Nitsch-Das Orgien Mysterien Theater“, che da venerdì prossimo fino al 20 settembre sarà presente allo spazio Zac dei Cantieri culturali della Zisa, a Palermo.

Proprio il ricorso ai corpi di animali straziati ha sollevato nei giorni scorsi le ire di animalisti e semplici cittadini che hanno lanciato sui social una petizione per bloccare la mostra e impedirne l’apertura al pubblico, esattamente come è già accaduto in Messico. Ma l’assessore comunale alla Cultura, Andrea Cusumano ha detto chiaramente che non ha alcuna intenzione di retrocedere di un millimetro, confermando oggi, durante la conferenza stampa a Villa Niscemi, l’apertura di una esposizione di «un grande artista internazionale che ha la capacità di trasformare in bellezza ciò che normalmente è percepito come insopportabile. L’amministrazione di Città del Messico – ha proseguito Cusumano – non ha fatto nessun passo indietro». 

«È stata una fondazione privata per motivi legati al proprio marketing – ha spiegato -, mentre lo Stato ha ospitato Nitsch in uno spazio pubblico. Mi sembra assurdo essere la prima istituzione pubblica che censura una mostra in Italia. Mi scandalizzerei – ha aggiunto – se avendo preso questo incarico non le utilizzassi per il bene della città». «Trovo ingiusto che si parli del Messico, è stato una catena di casi non felici – ha esordito Nitsch -. Io amo la vita, amo la creazione, amo i corpi che hanno origine dalla natura e ritornano nella natura. Tutto scorre, tutto viene e va e con il mio lavoro vorrei portare in risalto il processo della creazione, così come con il mio teatro. Mi piace mostrare la nascita, la morte e la resurrezione». 

Per Nitsch la rappresentazione della morte nelle sue opere ha sempre risposto al bisogno, in quanto artista, di confrontarsi con l’orrore della realtà, a partire dalla guerra. «È terribile tutto ciò che accade nel mondo – ha proseguito – tutti hanno paura della morte come me, ma io sono drammaturgo, un tragico che si confronta con ciò che avviene nel mondo. Nel mio lavoro la rappresentazione della morte è parte integrante di ciò che è la mia estetica. Ma si tratta di rappresentazioni così come è stato fatto nel teatro tragico. Mi auguro che chi verrà a vedere il mio lavoro – ha concluso – dopo possa vivere in modo più intenso la propria vita».

Nonostante l’accoglienza poco festosa che gli ha riservato la città di Palermo, l’artista austriaco non ha nascosto il suo amore per questo luogo. «Sono stato frequentemente a Palermo, non soltanto venti anni fa – ha proseguito – amo questa città, come Napoli: anche se diverse rappresentano bene la tradizione e la morte. Ciò che amo di Palermo è la forte tradizione radicata e le molteplici culture che convivono insieme». Un amore che «nonostante piccoli inconvenienti» lo ha fatto sempre sentire «a suo agio. È un posto che ha accolto tante culture differenti e quindi anche la mia» ha concluso.

Molto più netta la posizione di Cusumano che ha ribadito l’importanza di un artista del livello di Nitsch e dell’amministrazione a difendere il valore della cultura davanti a qualunque forma di oscurantismo. «Le critiche e le polemiche hanno viaggiato sui social sulla base di informazioni erronee – ha chiarito – altre sono state fatte su argomenti estetico-culturali, sull’opportunità di certi artisti a Palermo piuttosto che altri. Tutte tematiche legittime, che dimostrano una sensibilità della cittadinanza nei confronti dell’arte, ma l’arte non è definita dai contenuti ma dalla forma. I contenuti attraverso l’arte possono esser discussi ma confondere i contenuti con la forma è una cosa che in passato è stata fatta in momenti ben più oscuri della nostra storia e questo non può esser tollerato. Spero che questa mostra possa contribuire a rivitalizzare o rendere ancora più viva la cultura dell’arte contemporanea a Palermo, ma ciò vale lo stesso per tanti altri settori della cultura».

«Dal 10 saremo ai Cantieri per ammirare le sue opere – ha detto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando – perché l’arte per definizione è qualcosa su cui discutere e forse avevamo bisogno proprio di Nitsch per farlo. Benvenuto a Palermo allora, per quanti vorranno visitare questa mostra e anche per chi non vorrà farlo. Perché su di una cosa non si può discutere: Hermann Nitsch è un artista di livello internazionale». 

Antonio Mercurio

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