«Valutazione illegittima». Questa la decisione del Tar di Catania che dà ragione ad Arianna Caruso, la studentessa del liceo classico di Messina La Farina che agli ultimi esami di Stato aveva ottenuto un punteggio di 99 su 100. Un punteggio che le ha impedito di accedere a un concorso e di avere vitto e alloggio pagato per potersi mantenere gli studi in una delle più prestigiose università di Roma. Ma Arianna non si è arresa e ha fatto ricorso al Tar. Contestando un vizio di legittimità nell’applicazione della griglia di valutazione utilizzata per stabilire il voto finale.
A sostenerla in questa battaglia, oltre ai genitori, anche la preside dell’Istituto di via Oratorio della Pace, Pucci Prestipino che da subito ha appoggiato la tesi della ragazza che durante i cinque anni si era distinta per rendimento scolastico. Alla base del ricorso, presentato dai legali Nicola Bozzo e Antonio Pracanica, c’era la contestazione dei parametri adottati dalla commissione d’esame, diversi da quelli stabiliti dal liceo stesso. Il Tar oltre a pronunciarsi sul ricorso si è definitivamente pronunciato nel merito attraverso una sentenza breve e accolto integralmente l’istanza della giovanissima studentessa annullando la valutazione fatta dalla commissione in quanto «viziata da indizi di arbitrarietà e illogicità».
Ma non solo, il tribunale amministrativo ha anche disposto la riconvocazione della commissione per determinare nuovamente il giudizio sulla ragazza e ha ordinato che la nuova indicazione di voto si compia utilizzando la griglia di valutazione proposta dalla scuola. «Sono contenta e soddisfatta – dice Arianna, che si è iscritta al corso di laurea in Giurisprudenza a Messina – questa nuova votazione mi servirà per il futuro. Il prossimo anno proverò ad entrare alla Luiss».
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