La marcia dei quattrocento leghisti siciliani a Roma Professionisti e amministratori «a difesa di Salvini»

In aereo, macchina o autobus. Saranno circa quattrocento i siciliani oggi presenti alla manifestazione nazionale della Lega a Roma. In maggioranza dalla Sicilia orientale – circa 250 da Catania, Messina, Siracusa e Ragusa – e la restante parte da quella Occidentale – in 150 da Palermo, Agrigento e Trapani. Amministratori locali, tanti consiglieri comunali e qualche sindaco, imprenditori e professionisti schierati «a difesa di Matteo Salvini in un momento delicato». La presenza della folta pattuglia siciliana in piazza del Popolo dà la misura dell’avanzata sull’Isola del partito del ministro dell’Interno, affiancato da un altro movimento, Forza Salvini, nato a metà ottobre da una costola di Forza Italia, e che raccoglie i centristi folgorati sulla via del Carroccio. 

In prima fila Fabio Cantarella e Igor Gelarda, i nuovi uomini forti della Lega rispettivamente a Catania e Palermo. E insieme a loro i sempreverdi Carmelo Lo Monte, senatore, e Angelo Attaguile, esautorato da Stefano Candiani dopo il commissariamento del partito ma comunque presente nella capitale. Oltre all’unico deputato (almeno per ora) leghista all’Assemblea regionale siciliana, Tony Rizzotto. Ma è sui sindaci e i consiglieri comunali che punta forte la Lega, giurando fedeltà al principio di «aprire a volti nuovi». Più che nuovi, molti sono forse meno conosciuti a livello regionale, ma con un ricco curriculum politico alle spalle. Tra i primi cittadini ci sono infatti Anastasio Carrà (primo cittadino di Motta Sant’Anastasia ed ex sammartiniano), Matteo Francilia da Furci Siculo (fino a pochi anni fa fedelissimo dell’ex ministro centrista Gianpiero D’Alia), e Nino Cappadonna da Floresta. 

E poi il nutrito drappello di consiglieri comunali. Dal Palermitano arrivano Guido Lo Franco, di Misilmeri; Tiziana La Motta, di Contessa Entellina; Chiara Vito, presidente del consiglio comunale di Campofiorito; Rita Pizzo, di Belmonte Mezzagno; Giuseppe La Corte e Giuseppe Romanotto, di Monreale. «In totale abbiamo una trentina di consiglieri comunali a Palermo e provincia», sottolinea Gelarda. Presente anche Nuccia Palermo, consigliera ad Agrigento transitata da Sicilia Futura alla Lega un anno fa. 

Stessa musica dall’altra parte dell’Isola. In piazza del Popolo ci saranno Alessio Andaloro, consigliere di Milazzo; Maurizio Arena, consigliere a Giarre e un passato nel Mpa di Raffaele Lombardo; Santo Rossitto, di Palagonia. Un passato centrista, fedelissima dell’ex senatore Pino Firrarello fino a pochi mesi fa, è Sonia Grasso, ex assessora a Mascalucia. Da Messina arriverà l’ex candidato sindaco sconfitto del centrodestra Dino Bramanti, un altro big sul territorio che ha lasciato Musumeci per abbracciare Salvini. E con lui dalla città dello Stretto anche Daniela Bruno, già candidata non eletta della Lega al consiglio comunale e moglie del primario del Policlinico Pierluigi Consolo. 

Ma a rendere più folte le file dei leghisti siciliani c’è anche un bel pezzo di società civile salito sulla barca vincente di Salvini. Da Annibale Chiriaco, imprenditore palermitano, berlusconiano già vicepresidente nazionale di Confindustria giovani, a Gianmarco Costanzo, imprenditore catanese della sanità. Sempre dal capoluogo etneo sono partiti Maurizio Ferro, dentista di Nello Musumeci ed ex di Diventerà Bellissima oltre che ex presidente dei Lions, e Santi Cascone, ex presidente dell’ordine degli ingegneri, il sindacalista e insegnante di Barcellona Attilio Gelsomino.

E se, per questi ultimi, non si parla che della conferma di una scelta di campo fatta nei mesi scorsi, un volto nuovo è quello di Giovanni Napolitano, imprenditore siracusano che ha fatto le sue fortune negli Stati Uniti e recentemente è tornato nella sua provincia. Non solo per continuare gli affari ma anche per buttarsi in politica. Ci ha provato col Movimento 5 stelle, candidandosi alle Comunarie per la scelta del candidato sindaco della città di Archimede. È stato il nome sostenuto dal meet up Amici di Beppe Grillo, mentre il gruppo ufficiale ne ha preso le distanze. Una prova di forza in vista delle prossime scadenze elettorali con le Europee, che rischiano di ridisegnare i rapporti di forza anche all’interno del centrodestra siciliano. 

Salvo Catalano

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