Neurologia Garibaldi, inaugurata nuova stroke unit Ma manca ancora la riabilitazione post emergenza

Dopo essere stato spostato l’anno scorso dalla sede di Nesima alla vecchia struttura nel cuore della città, il reparto di Neurologia dell’ospedale Garibaldi ha inaugurato sabato scorso una nuova stroke unit. Con otto posti di terapia semintensiva, l’unità è adibita al trattamento precoce degli ictus ischemici. Alla grande manifestazione di presentazione i medici, con in testa il primario Antonino Pavone, sono stati accompagnati dai vertici delle istituzioni siciliane: dal presidente della Regione Rosario Crocetta alla prefetta Maria Guia Federico, passando per l’assessore al ramo Baldo Gucciardi, il sottosegretario alla Sanità Vito De Filippo e il sindaco di Catania Enzo Bianco. Tutti invitati dalla dirigenza per festeggiare un «fiore all’occhiello per la sanità catanese» per il quale, però, non sono mancate le polemiche.

«Non è solo un reparto ma un nuovo modello organizzativo nel settore della Sanità – dichiara il direttore generale del Garibaldi, Giorgio Santonocito – Tutto l’ospedale ruota intorno all’area emergenza e alla stroke unit, tutte le specialità presenti, non solo la Neurologia. Sono previsti inoltre quattro posti letto solo per emergenze», puntualizza il dirigente. Ma per dare spazio alla Neurologia e all’unità gestita da Pavone, altri reparti hanno dovuto traslocare. Dall’edificio della struttura centrale sono stati infatti smantellati e trasferiti il reparto di Geriatria, oggi al Garibaldi Nesima, e i pazienti che seguono le terapie contro la talassemia, tra cui si contano molti bambini, adesso spostati in un altro padiglione.

Esiste inoltre chi avanza dei dubbi sullo stato dei locali, all’interno dello stesso reparto di Neurologia, dove sono state spostate le altre patologie che non rientrano nella stroke unit. «Non è assolutamente vero – risponde Santonocito – i locali sono modernissimi, sono stati inaugurati cinque anni fa. Tutto il piano che oggi ospita la stroke unit è stato ristrutturato e fornito di tecnologie all’avanguardia». La principale preoccupazione però è la mancata attivazione della Riabilitazione neurologica – struttura semplice prevista nella pianta organica ma mai attivata – necessaria per i pazienti, dopo la fase acuta di degenza. «Questo è vero, attualmente è prevista e ci stiamo attivando per renderla operativa – conferma il direttore generale – non si tratta però di una riabilitazione per i pazienti lungo degenti; il nostro ospedale è una struttura per patologie acute, noi ci occupiamo di pazienti in stato di emergenza».

Come sottolinea A.l.i.ce, associazione per la lotta all’ictus celebrale, la fase della riabilitazione è fondamentale nel recupero dei pazienti colpiti da ictus. «La riabilitazione – scrive la onlus sul proprio sito – deve iniziare già nella fase acuta nella stroke unit dell’ospedale. Alla degenza, se necessario, deve far seguito la permanenza in un reparto di neuro-riabilitazione specializzata». A meno che il malato sia sufficientemente autonomo, la riabilitazione può essere effettuata senza ricovero, in ambulatorio o nella propria abitazione. «Dopo il nostro intervento nella fase acuta – precisa infine Santonocito – la parte riabilitativa è demandata ad altre strutture pubbliche dislocate sul territorio e gestite dalle Asp o, in alternativa, a centri privati». L’unità del Garibaldi, comunque, non è unica nel suo genere nel capoluogo etneo. Esiste un’altra realtà dello stesso tipo all’interno del reparto di Neurologia del Cannizzaro.

Mattia S. Gangi

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