Nell’occhio dell’Irlanda


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Leigh, 26 anni, Dublino, Irlanda. Ecco un faccia a faccia con una realtà distante dalla nostra…domande, risposte e spunti di riflessioni.

Da quanto tempo sei nel nostro paese, per quale ragione e fino a quando resterai?
Sono arrivata nel dicembre 2003 per svolgere un progetto di servizio di volontariato europeo (ESV) nella città di Catania. Andrò via a giugno.   
Conoscevi già il nostro paese e che idea ne avevi?
Ero già stata in Italia a Grado, vicino Udine per una vacanza di due settimane e a Venezia per un solo giorno, poco tempo per avere una visione chiara del vostro paese. E’ stata un’amica austro-siciliana a mettermi la voglia di venire in Sicilia.                                               
Con quali difficoltà di tipo burocratico ti sei dovuta scontrare?I servizi offerti sono adeguati alle esigenze degli stranieri?
Devo dire di aver avuto fortuna. Sono comunitaria e questo è un vantaggio (molto più difficile per un extracomunitario, al contrario, per regolarizzarsi, per i documenti, ecc…). Non ho dovuto fare un permesso di soggiorno, poiché il servizio che sto svolgendo ha una durata di sei mesi e quindi non sono stata obbligata ma un mio amico olandese, che voleva lavorare qui in Sicilia part-time, l’ha dovuto fare per tre mesi.
Non ho dovuto rivolgermi a molti servizi dal momento che sono venuta in una struttura già esistente( per es. avevo già vitto e alloggio assicurati e altri servizi come corsi di italiano, uso di internet, ecc…). Sono stata agevolata. Eppure penso che Catania, rispetto a Barcellona o Vienna, sia meno attrezzata per i “forestieri”.                                 
Quali sono state le tue impressioni sul nostro paese e quali sono i tuoi rapporti con gli italiani adesso?
Molto positive. Inizialmente avevo dei pregiudizi, poiché mi erano state fornite notizie da miei amici che erano venuti qui, quindi ero stata molto influenzata. Mi dicevano che gli italiani sono pesanti nel senso che stanno molto addosso alla gente, che non capiscono il concetto di spazio personale…devo dire che io non ho trovato questo. Sono stata sorpresa in maniera positiva. Una cosa che mi ha colpito è il fatto che voi non vi vergognate molto (qui ride!- nda). Questo può essere positivo ma anche molto negativo. Per esempio se fate qualcosa di sbagliato e io mi arrabbio, voi vi scusate “sempre” ma non riflettete abbastanza e passate facilmente sopra le cose. Altrove è diverso e solo qui mi è successa una cosa del genere. E’ come se voi foste poco seri…naturalmente io non sono rappresentativa di una maggioranza, parlo a livello strettamente personale e soprattutto faccio riferimento ad una fetta limitata di gente, quindi non posso generalizzare e dire che tutti gli italiani sono così, “possono essere “ semmai!                                
Cosa ne pensi delle discriminazioni che gli stranieri europei e non subiscono nel nostro paese?
Credo che molto dipenda dallo status socio-economico della persona. I comunitari, cioè ragazzi dell’unione europea non trovano tante discriminazioni rispetto ai ragazzi dei paesi dell’est o del Mahgreb…loro certamente si trovano di fronte molte barriere. Io devo dire di avere un certo successo con gli italiani. Appena sentono che sono irlandese diventano felici e più disponibili. Penso anche che l’aspetto conti molto, il fatto che io abbia gli occhi blu e un aspetto nordico attira e affascina parecchio.

Cosa ti ha colpito in maniera particolare della Sicilia?
Una cosa divertente e spaventosa allo stesso tempo è l’anarchia in strada, non esistono regole, non c’è molta legalità. Mi ha sorpreso il numero di macchine piene di ammaccature. In altri paesi in cui sono stata (Austria, Spagna, Stati Uniti, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Croazia, Germania, Grecia, Algeria, Galles, Inghilterra, Olanda, Svezia, Svizzera, Francia -caspita hai visitato pochi paesi!, nda-) non ho mai visto questo e non è permesso viaggiare con macchine danneggiate.

Il concetto di Europa unita: che ne pensi?
L’idea di creare un’Europa compatta è qualcosa che deve essere ancora assimilata. Non siamo ancora entrati nell’ottica di Unione. Esiste piuttosto una spinta da parte dei politici europei che hanno lanciato questo concetto. Tutto ciò è una questione strategica per fare crescere un potere che possa far fronte agli Stati Uniti in termini finanziari ed istituzionali.
Tutti hanno avuto dubbi rispetto al senso che tutto ciò possa assumere. Molti paesi ancora non sono d’accordo sull’entrata.
Quanti spagnoli, italiani o irlandesi si sentono europei?
Gli irlandesi non si sentono europei. Dopo essere tornata dall’Austria mi hanno accusata di essere diventata troppo “europea”.
Quando ero in Austria, invece, la famiglia con cui lavoravo si lamentava del fatto che entrando in Europa gli austriaci potevano perdere parte delle loro tradizioni attraverso le varie “contaminazioni”.
Gli spagnoli non hanno ancora il concetto di Europa, non si includono e non si sentono parte integrante.
E’ qualcosa che si sta costruendo. Per potersi identificare con una identità devi avere una storia ed un patrimonio. L’identità funziona più a livello locale e poi si espande. Fino che punto ci sentiamo europei? Solo perché esiste una moneta che  ci unisce?
Se un italiano va in Spagna, uno spagnolo non dirà mai:”vedi, un altro europeo…”. Naturalmente sto solo dando una mia impressione personale.

Cosa puoi dirci del caso inglese?
La risposta è sempre personale e soprattutto la mia impressione non ha a che vedere col fatto che io sia irlandese.
La ragione che l’Inghilterra non abbia scelto l’euro, per esempio, è solo una questione puramente economica. La sterlina è forte e non vogliono perdere questo primato. Con l’euro si è perso in tutti i paesi il valore della moneta, tutto è più caro. L’Inghilterra rimane in una posizione superiore per competere con il dollaro americano e l’euro. Comunque non credo che gli inglesi con l’entrata possano perdere la loro identità nazionale…

Il tuo bilancio di questa esperienza siciliana?
Molto positivo.

Per concludere pensi di ritornare più in Italia?
Si!!!

Grazie per la disponibilità concessa.
Grazie a te.

Alessandro Mansueto

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