Oltre cento manufatti tratti dalle collezioni del museo e da quelle private: pitture su vetro, stampe devote, santini, placche d’argento, bambinelli di cera, collari da bovino finemente incisi o dipinti dai pastori a raffigurare la sacra famiglia e naturalmente, presepi, tra i quali spicca per caratteri artistici e squisita fattura, quello del mastro pasturaro della fine del 1600, Giovanni Matera. Da sabato 22 dicembre e fino al 20 gennaio 2019, la mostra Natività al Pitré, nell’ambito di Palermo Capitale italiana della Cultura, sarà aperta al pubblico da martedì a domenica dalle 9 alle 18.
Nella suggestiva Cappella del Marvuglia, all’interno del Museo Pitrè, in via Duca degli Abruzzi 1, a Palermo, potranno essere ammirati motivi e forme derivati dall’arte colta che convivono, non in contraddizione ma in felice connubio, con tecniche e modi di rappresentazione propri dell’arte popolare per celebrare un evento, la nascita di Gesù, che ha ispirato una infinita produzione artistica, con varie espressioni e linguaggi.
Si tratta infatti di un evento che appartiene alla sfera del sacro e, per questo, ricco di simboli. A Natale nasce Gesù, nuovo sole, come lo definisce San Ambrogio, con una chiara allusione alla matrice arcaica e pagana della festa, quando a Roma, il 25 dicembre, si celebrava il «dies natalis solis invicti», metafora della forza rigeneratrice della vita, ma anche di salvezza, di rinascita fisica e spirituale insieme.
Nella Natività il dissidio apparentemente insanabile vita-morte, causa e origine delle angosce dell’uomo di tutti i tempi, viene miracolosamente sanato. Proprio questi valori rasserenanti esprimono gli oggetti in mostra, nei quali protagonista assoluta è la Sacra Famiglia che partecipa dell’umano e del divino, ultimo baluardo contro il tempo che corrode. Anonimi artigiani-artisti l’hanno dipinta su vetro o raffigurata in oggetti d’uso quotidiano.
La mostra è stata ideata da Gabriella Filippone, presidente dell’associazione Settimana delle Culture, coordinata da Lina Bellanca, soprintendente ai Beni culturali di Palermo e curata da Eliana Calandra, direttrice del Museo Pitrè di Palermo e da Maria Reginella. Gli allestimenti sono stati realizzati, invece, da Giovanni Parrinelli, Felice Patrizia D’Amico e Nadia Giunta.
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