Si chiamerà Aleph e sarà ufficialmente la prima scuola di scrittura in Sicilia. Anzi, di scritture. «L’approccio sarà sia teorico che tecnico, con moduli di narrativa, saggistica, poesia, social media marketing, cinema, musica, graphic novel – spiega Erica Donzella, ideatrice e direttrice didattica del progetto – e sarà quindi una scuola di scritture che punta a formare dei professionisti, non un semplice corso di scrittura creativa, ma una scuola a tutti gli effetti, che dura cinque mesi e che prevede un esame finale alla fine delle lezioni frontali con i professionisti dei vari settori».
Nadia Terranova per la narrativa, Maria Attanasio per la poesia, Salvatore La Porta per la saggistica, Giuliana Sgrena per il giornalismo: Aleph vanta già nomi di alto profilo che hanno sposato l’iniziativa. Così come se ne sono appassionati subito i ragazzi di Villaggio Maori, casa editrice catanese. «Si sono accollati questa idea come dei pazzi, sulla scia dell’Accademia delle Editorie – dice Erica, aggiungendo – C’è un grande vuoto in Sicilia dato dalla mancanza di una scuola di scrittura come quelle di Milano, Torino e del resto d’Italia e ho pensato quindi di dare la possibilità alle persone che scrivono di poter studiare in Sicilia».
La scuola di scrittura, infatti, nasce dall’idea di proporre un’offerta formativa innovativa e completa in grado di incentivare lo studio della scrittura in tutte le sue categorie professionali, mettendo al centro la creatività e la produzione professionale di contenuti. Si parte dal prossimo aprile, nella sede dell’Accademia degli Editorie di Villaggio Maori.
«Aleph è un omaggio a Jorge Luis Borges, autore dell’omonimo racconto, in cui si definisce l’Aleph come “il luogo dove si trovano, senza confondersi, tutti i luoghi della terra, visti da tutti gli angoli”. Così intendiamo la nostra scuola di scrittura: un luogo dove si possano studiare tutte le scritture, un contenitore in cui tutti i linguaggi legati alla lettura e alla scrittura della parola abbiano un ruolo principale nella costruzione del mondo in cui viviamo, attraverso un percorso didattico dettagliato e guidato dai migliori docenti della nostra contemporaneità».
La didattica è specifica e servirà a chi già scrive e a chi vorrebbe farlo, ma non sa da dove cominciare o non ne ha il coraggio. «Si parte comunque dal lettore, perché secondo la mia filosofia prima di iniziare a scrivere devi leggere». Per questo è previsto un modulo propedeutico di tre materie, per comprendere cos’è la parola, approfondire la filosofia del linguaggio e capire come si invia un manoscritto a una casa editrice.
Durante il percorso di studi, poi, si cercherà di capire se uno studente è più portato per una materia o per un’altra e seguirlo il più possibile in modo individuale. Villaggio Maori intende infatti, anche attraverso questa esperienza, fare scouting. «Sembra assurdo e paradossale, ma abbiamo bisogno di autori nonostante arrivino tantissimi manoscritti ogni giorno. Se ne salvano davvero pochi, ecco perché vogliamo tirare dentro i profili più meritevoli e farli scrivere come autori e autrici». Più in là si cercherà anche di stipulare convenzioni con realtà locali per organizzare stage e tirocini. Intanto ci si concentra sull’avvio della scuola, che dovrebbe durare fino a settembre 2020 e coinvolgere dai dieci ai venti studenti.
Sarà una vera scommessa quella della scuola di scrittura, tra chi vede con scetticismo queste scuole e chi, invece, le considerano un’opportunità. «Io scrivo, e onestamente la farei subito perché non è un ambito in cui è facile muoversi. Quando ho cominciato in Sicilia non ce n’erano e non ero nelle condizioni di investire in una scuola nazionale. Naturalmente non inizi subito a scrivere, studi prima la storia della letteratura, e da lì si comincia a capire l’approccio da utilizzare», chiarisce Erica, che a chi vuole scrivere suggerisce di leggere manuali non tanto di scrittura creativa tecnica, quanto di teoria della letteratura. «Lavoro da un anno a questo progetto, è pensato nei minimi dettagli e mi auguro che possa venire incontro alle esigenze di chi, come me, sogna di fare della scrittura il proprio mestiere».
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