«Sono soddisfatto a metà perché ci troviamo di fronte a tanti impegni ma a nessuna certezza». Le parole del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci all’indomani dell’incontro con il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte lasciano trasparire una certa diffidenza. «È legittima se si tiene conto che dopo dieci anni è stato posto seriamente il tema del flusso migratorio in un confronto diretto tra il governo centrale e quello regionale». Durante l’incontro di ieri pomeriggio – durato circa due ore e al quale erano presenti anche il sindaco di Lampedusa Totò Martello, i ministri Roberto Gualtieri, Luciana Lamorgese, Luigi Di Maio, Paola De Micheli e Lorenzo Guerini e anche il capo della protezione civile Angelo Borrelli – da parte della regione sono state riproposte le stesse richieste già avanzate con l’ordinanza regionale che aveva previsto la chiusura degli hotspot e dei centri di accoglienza, poi impugnata dal Viminale.
Prima di entrare, Musumeci aveva detto chiaramente che non si era fatto «molte illusioni». E, in effetti, alla fine del vertice il presidente ha ribadito che «restano delle diversità di vedute con il governo che ha proposto alcune iniziative ma slegate da un calendario e al di fuori di scadenze precise». In merito alla chiusura degli hotspot, da parte del governo «c’è la volontà di svuotare quello di Lampedusa, già nei prossimi giorni». Infatti, entro due giorni sulla più grande isola della Pelagie dovrebbero arrivare due nuove e grandi navi quarantena dove trasferire i migranti. «Non arretriamo di un solo millimetro – ha aggiunto Musumeci – adesso che abbiamo aperto una breccia in un muro che sembrava di cemento armato».
Il governo, inoltre, ha assicurato anche un sostegno finanziario alla comunità di Lampedusa. «È normale che ci siano delle riserve da parte nostra – ha detto il governatore – Non c’è dubbio però che siamo riusciti con l’ordinanza delle due settimane trascorse a porre finalmente il tema della migrazione anche in relazione all’aspetto umanitario e sanitario». Intanto, durante l’incontro il premier Conte ha anche fatto riferimento ad alcuni accordi da potere intavolare adesso che si è formato il governo tunisino. «Ora ci sono le premesse per intensificare i rimpatri. Confidiamo di rafforzare il programma utilizzando anche sistemi più flessibili – ha spiegato il presidente del Consiglio – inclusi i trasporti marittimi».
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