Murales Cannavò, parla l’autore Andrea Marusic «Non mi interesso di calcio e nemmeno di politica»

«Le persone si fissano e vedono quello che vogliono vedere». Andrea Marusic, 33 anni, studente di Scenografia all’accademia di Belle arti di Catania, è l’autore del murales a piazzale Oceania, da poco intitolato al giornalista sportivo catanese Candidò Cannavò. Con queste parole l’artista commenta le polemiche sorte intorno alla sua opera. E prende le distanze dalla politica, nella persona del committente dell’opera – il sindaco Enzo Bianco – e dell’opposizione, che ieri ha cavalcato la contestazione nata tra i tifosi del calcio Catania. «Non mi interessa la politica – commenta Marusic – Ho le mie idee, certo, ma ho lavorato adesso con la giunta Bianco e prima con quella di Raffaele Stancanelli. Io credo che questa storia sia stata strumentalizzata politicamente dall’opposizione, ma il murales va visto per quello che è: un lavoro artistico».

«Che Candido Cannavò sia stato uno dei più grandi giornalisti sportivi italiani non è in discussione. Che sia giusto che la sua città d’origine lo ricordi, lo può essere altrettanto. Ma cosa c’entra associare i suoi colori al Catania Calcio? – è il messaggio che si legge da qualche giorno sul profilo di Facebook Quando saremo tutti nella Nord, il libro del giornalista Luigi Pulvirenti e del capo ultras Michele Spampinato sul tifo rossazzurro – Ricordare la storia è importante, perché chi è senza memoria non potrà mai avere coscienza di sé. Candido Cannavò, nell’estate del 1993, quando il Cavaliere Massimino combatté da solo per la sopravvivenza del Catania, non era schierato al fianco del Catania». La polemica nasce da qui. Per i tifosi passi l’intitolazione della piazza, ma non il murales che accosterebbe Cannavò alla squadra di calcio etnea.

Un fraintendimento, secondo l’autore. «I colori rosso e azzurro non appartengono solo al tifo, ma sono i colori della città di Catania – spiega – L’elefante, il liotro, è anch’esso un simbolo cittadino e non gioca solo a pallone. Nel murales è rappresentata anche una partita di pallavolo tra due elefantini». Ad Andrea Marusic, d’altronde, il calcio non interessa. «Non seguo lo sport, specie il pallone – racconta – Della polemica ho appreso dai giornali, e della contrapposizione tra Cannavò e Massimino mi hanno raccontato alcuni amici tifosi». I quali, però, non hanno infierito sull’amico. «Capiscono che il lavoro è lavoro», continua lo studente dell’accademia. Che si definisce «un mero esecutore». «Il sindaco Bianco ha contattato l’accademia per realizzare il murales e mi è stato proposto di occuparmene. Di Candido Cannavò io sapevo soltanto che è stato un giornalista sportivo, direttore della Gazzetta dello Sport. Tutto qui».

Claudia Campese

Giornalista Professionista dal 2011.

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